SCUOLE, PRONTI I FONDI PER ARRIVARE ALLA FINE DELL'ANNO
I soldi basteranno sino ad agosto, poi si vedrà
| Mauro Favaro |
TREVISO – Arrivano i fondi per le scuole. Ad annunciarlo è il ministero dell’Istruzione, che nei giorni scorsi ha incasellato nelle tabelle tutti i trasferimenti verso gli istituti della Penisola, ovviamente Marca compresa. I soldi arriveranno nei fondi scolastici all’inizio di gennaio e serviranno per coprire le spese sino alla fine di quest’anno scolastico. Cioè, prendendo dentro anche gli esami di maturità, fino ad agosto. E poi? E poi si vedrà, per il momento si naviga a vista.
Con quanto camperanno gli istituti? Alcuni esempi su tutti. Il “Da Vinci” avrà a disposizione 76 mila euro, per pagare le supplenze brevi gestite dal dirigente scolastico e coprire le spese di pulizia, più altri 161 mila euro per far fronte ai corsi di recupero, agli straordinari degli insegnanti per la sostituzione dei colleghi assenti, all’acconto per i compensi dei commissari d’esame e agli incarichi specifici al personale Ata. Altri? Il “Duca degli Abruzzi” porterà a casa 60 mila più 206 mila euro, il “Canova” 26 mila più 135 mila, il “Fermi” 23 mila più 82 mila e il “Riccati” 81 mila più altri 108 mila euro.
Fuori Treviso il tormentato “Giorgione” di Castelfranco avrà 31 mila più 104 mila e il “Maffioli” (con annesso convitto) 75 mila più 275 mila euro. I più alti? Il circolo didattico di Montebelluna (con sezione ospedaliera) con 95 mila più 73 mila euro e il “Palladio” con 92 mila più 117 mila euro. Su quanto potranno contare, invece, gli istituti comprensivi? A Paese, uno tra i più popolosi, andranno 66 mila più 122 mila euro.
Tanti o pochi per mantenere in piedi le strutture e le offerte formative? “In linea con l’anno scorso, ma devono rappresentare una base di partenza, non un budget fisso – mette in guardia Giuseppe Morgante, segretario della Uil Scuola – molti prèsidi trevigiani vivono queste cifre come limite massimo e per non sforarlo invece di chiamare supplenti quando ce n’è bisogno distribuiscono i ragazzi senza insegnante in altre classi: così nessuno fa più nulla e si spreca due volte denaro pubblico”.
Il trasferimento in arrivo è, di fatto, il saldo dopo la prima anticipazione di ottobre. Con questo, insomma, le scuole dovrebbero arrivare alla fine. “Ma i dirigenti devono tagliare gli sprechi senza risparmiare sull’istruzione: i soldi servono per far funzionare bene le scuole, non per far quadrare i conti – conclude Morgante – l’autonomia didattica non è l’autonomia finanziaria”. E poi chiedere, quando effettivamente serve, non costa nulla.