SGUARDO SUL MONDO - In Perù i Presidenti vanno via come il pane
Un Presidente ogni due giorni. Sei quelli che hanno dovuto lasciare per corruzione.
ESTERI- In Perù se record non è, poco ci manca: un Presidente ogni due giorni in Perù. Alla faccia del ricambio! Francisco Sagasti Hocchhauser è l’ultimo dei tre nominati nei sei giorni appena trascorsi. Ha preso il posto di Manuel Merino – costretto alle dimissioni dalla protesta popolare – che a sua volta era stato eletto in sostituzione di Martin Viscarra, per il quale era scattata la procedura dell’impeachment. La tensione politica è alle stelle a San Paolo: si fronteggiano centro sinistra e seguaci di Fujimori, ma la quadra non si trova e le elezioni sono in calendario per l’aprile del prossimo anno. La situazione è incancrenita per il crollo a picco dell’economia (-14% di Pil quest’anno) e per la dilagante corruzione, con tangenti e reati vari, pubblici e privati. Un malcostume che ha portato alla destituzione già di ben sei Presidenti. La mazzata ulteriore al Perù l’ha calata il Covid: trentacinquemila i morti su un totale di circa 31 milioni di peruviani.
In Giordania intanto fanno riferimento a Chiese diverse i nove uomini eletti il 10 novembre al Parlamento giordano; i risultati ufficiali comunicati ieri hanno registrato il 29% di elettori alle urne su 4 milioni e 640 mila aventi diritto. Il sistema elettorale della Giordania prevede che dei 130 seggi, nove siano destinati ai cristiani e altri tre alle due minoranze etniche dei circassi e dei ceceni. La rappresentanza femminile diminuirà da 20 a 15 rispetto al precedente Parlamento: nessuna donna è stata eletta nei seggi oggetto di competizione nelle diverse circoscrizioni elettorali. La tornata elettorale, come era prevedibile, non ha suscitato entusiasmi. Ha pesato enormemente l’epidemia: 126 mila i contagiati, con quasi 1500 morti su una popolazione di dieci milioni di abitanti.