Il sogno in rosa di Chiara
Il giudice di gara più giovane d’Italia? È una ragazza di Cimadolmo
| Andrea De Polo |
CIMADOLMO - Il giudice di gara più giovane d’Italia della Federciclismo è una ragazza di Cimadolmo, nata (sotto il segno del Leone) nel 1989, lunghi capelli castani e occhi marroni. In tasca, una laurea magistrale appena conseguita in Economia a Ca’ Foscari (Sviluppo Interculturale dei Sistemi Turistici); nel cassetto, un sogno in rosa: il Giro. Chiara Lovat per ora si deve accontentare (si fa per dire) di aver fatto da giudice alle grandi classiche internazionali, come il Trofeo Piva a Col San Martino. Ma avrebbe tutte le carte in regola per la corsa a tappe più importante di tutte: «Il Giro d’Italia è davvero il sogno di tutti, sia dei corridori, che mio».
Come sei diventata giudice delle gare di ciclismo?
«Sono sempre stata appassionata. Mio papà mi portava a vedere le corse, e ho conosciuto dei giudici che mi hanno buttato lì l’idea di fare il corso e l’esame. È nata quasi per scherzo, dicevo che ci avrei pensato. E poi l’ho fatto sul serio. Ogni sabato andavo al corso di Antonio Dal Col, poi ho sostenuto l’esame a Padova e sono diventata giudice regionale. Quindi, dopo aver passato tutte le domeniche a far gare, il grande salto per diventare nazionale. Nel 2012 preesame a Roma, in cui venivano scelti migliori 15 risultati. Ho superato il preesame, e sono stata promossa al corso a Salsomaggiore a dicembre. Un altro esame passato, e sono diventata nazionale per strada, pista e ciclocross. Dal 2013 sono nazionale anche di mountain bike».
Cosa deve saper fare, un giudice di gara?
«Ci chiedono il regolamento tecnico, nazionale e internazionale, e le norme attuative che cambiano ogni anno. Io faccio quasi sempre il giudice d’arrivo. All’inizio della gara, faccio compilare il foglio firma, e controllo che i dichiaranti partenti partano effettivamente; poi seguo la corsa, in testa, in coda o in mezzo alle ammiraglie; tengo d’occhio il tempo per fare le medie orarie, poi vado all’arrivo e prendo i vari passaggi; controllo la regolarità della volata e la confronto col fotofinish. Controllo eventuali scorrettezze, infine posso stilare l’ordine di arrivo».
Che gare puoi fare?
«Quelle a livello internazionale, ma in Italia. A giugno farò il Trofeo De Gasperi a Bassano; potrei fare anche i professionisti, e il Giro d’Italia come componente o giudice d’arrivo, ma le designazioni sono decise dalla commissione di Roma. È il mio sogno, prima serve un po’ di esperienza però».
E oltre a fare il giudice di gara..?
«Sono laureata da due mesi. Vorrei restare in Italia: nell’estate 2012 sono andata negli Stati Uniti a lavorare, bellissima esperienza ma…l’erba del vicino non è sempre più verde. E poi, se emigrassi, non potrei più fare le gare!».