CASTELFRANCO VENETO – La nuova organizzazione, avviata in via sperimentale, dei mercati cittadini a Castelfranco Veneto non piace. A contestare la scelta dell’amministrazione comunale non sono solo gli ambulanti ma anche i gestori dei locali pubblici di Piazza Giorgione che reputano troppo stretta la nuova disposizione dei banchi del mercato, generando confusione tra i fruitori dei mercati. Insomma una bocciatura in piena regola, per la nuova sperimentazione, di cui hanno scritto anche alcuni media locali. Sulla questione la consigliera comunale del gruppo di minoranza “Noi La Civica” Serena Stangherlin, fa un’analisi severa, considerando che quest’insuccesso non è il solo nell’amministrazione della città da parte della Giunta Marcon.

«"Sperimentazione" è la parola più usata dall'amministrazione in questi ultimi mesi. Si sperimentano nuove strade e doppi sensi di marcia per dare respiro alle nuove luccicanti catene di supermercati che vengono a congestionare zone già sature della città – considera Serena Stangherlin -. E poi, di contro, si sperimenta di comprimere il mercato sulla base di studi sulla carta, senza tenere conto delle osservazioni di chi da decenni il martedì e il venerdì arriva in piazza Giorgione per lavorare, oltre che per regalarci gli unici momenti in cui la piazza appartiene alle persone e non alle auto». La consigliera comunale di Noi La Civica quindi prosegue nella sua analisi, biasimando la vicesindaca Marica Galante.

«Eppure è da inizio mandato che la vicesindaca fa di questo tema il suo cavallo di battaglia sul fronte delle attività produttive e commerciali... relazionando di studi e tavoli di lavoro, che a questo punto viene da chiedersi se e con chi abbia mai fatto. È questa l'attenzione per le attività economiche, è questa la difesa del territorio, della sua storia e delle sue specificità? Tanti slogan e promesse da politica di bassa Lega e poi, nei fatti, la svendita e il deturpamento, tra nastri da tagliare, lucine di Natale e conferenze stampa sul nulla cosmico. LAVORARE e, sì, sperare di poter SPERIMENTARE un'amministrazione diversa, umile, attenta, senza bisogno di schemi e schermi di partito. A cui interessi essere e non apparire».

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