Studenti di Castelfranco: “Bene l’ampliamento dell’orario in biblioteca, speriamo sia l’inizio”
Le esigenze di chi fruisce il “tempio della cultura” cittadina, infatti, sono superiori a quanto annunciato dal Comune
CASTELFRANCO VENETO – Gli studenti che quotidianamente frequentano la biblioteca comunale di Castelfranco Veneto hanno accolto con favore e riconoscenza l’ampliamento dell’orario di apertura ma hanno anche voluto sottolineare alcuni aspetti peculiari di questo servizio. «Sono certa di poter esprimere l’opinione di tutti gli studenti, affermando che sono ben felice e anche grata per l’ampliamento dell’orario di fruizione della biblioteca comunale di Castelfranco però, spero che questo sia solo l’inizio, perché serve un servizio che sia degno di una città con 33mila abitanti»: afferma Emma, la prima firmataria delle petizione depositata in Comune l’estate scorsa, per chiedere orari più congrui alle esigenze di chi frequenta la biblioteca.
«Gli studenti hanno necessità precise ma anche semplici. Nella nostra petizione avevamo chiesto soprattutto l’apertura il sabato pomeriggio, visto che nei fine settimana si studia di più. Bene quindi poter accedere nelle pause pranzo ma non basta. Va anche detto che in realtà questo nuovo orario, più ampio, non è un’innovazione ma semplicemente un ritorno alla normalità pre-Covid. Prima della pandemia l’orario era già così». La studentessa sottolinea come nella petizione inviata in Municipio fossero state indicate in maniera chiara criticità come gli orari scomodi e insufficienti ma non solo: «Abbiamo anche proposto soluzioni, dando disponibilità come volontari per tenere aperto di più, se il problema è in ordine al personale. Ma abbiamo anche chiesto maggiori aule studio».
Una posizione, quindi, non critica o polemica ma propositiva quella di chi ha sottoscritto la petizione che, pur se non citata dalla nota ufficiale della Municipalità che annuncia i nuovi orari, di certo deve aver pesato sulla scelta di tornare a orari pre-Covid in biblioteca. Quanto a questa “dimenticanza” Emma fa una precisazione: «La nostra petizione è stata un input e francamente come cittadini ci saremo sentiti più rappresentati e ascoltati se eventualmente fosse stato dato credito a questo input: avrebbe giovato a tutte le parti. Viceversa, il Comune rischia di essere visto come una torre d’avorio e i comunicati stampa celebrativi da parte dell’istituzione sono un’occasione persa. Il nostro non è un discorso politico o una critica personale ma solo una riflessione, una disponibilità al dialogo e al confronto».
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