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28 marzo 2024

Cronaca

Su 100 euro spesi dal consumatore solo 6 in tasca al produttore

Agricoltori Italiani e Fao invitano a riequilibrare la catena dei valori

| Ilaria Frare |

| Ilaria Frare |

Su 100 euro spesi dal consumatore solo 6 in tasca al produttore

ITALIA - Il settore ortofrutticolo risulta essere tra i più stabili all’urto della pandemia, nonostante le difficoltà gestionali, con picchi di vendite del +13% registrati durante il lockdown e acquisti sostanzialmente invariati lungo tutto il 2020. Eppure, per gli agricoltori c’è ancora un enorme problema irrisolto nella catena del valore: si stima infatti che, in Italia, per frutta e ortaggi freschi, su 100 euro spesi dal consumatore, al produttore rimangano in tasca solo tra i 6 e gli 8 euro netti. Un valore che scende ulteriormente nel caso dei prodotti trasformati, dove il margine in campo all’imprenditore agricolo è addirittura inferiore ai 2 euro.

Una questione annosa che va necessariamente affrontata: questo il messaggio lanciato da Cia- Agricoltori Italiani nel webinar “Il valore nell’ortofrutta, dalla filiera al sistema”, il primo di due appuntamenti dedicati al settore per supportare l’Anno Internazionale della frutta e della verdura 2021 e promosso anche dalla Fao. Un invito a ristabilire gli equilibri per dare vita a un nuovo “patto di sistema dell’ortofrutta italiana” più solidale, moderno, efficiente, così da essere in grado rispondere alle prossime sfide economiche e ambientali e a migliorare gli standard di sostenibilità come richiesto dal Green Deal europeo.

La deperibilità, i costi esterni come energia, packaging e trasporti, la complessità delle relazioni tra gli attori, la frammentazione della filiera e la difficoltà ad attuare strategie condivise di sistema sono tutti fattori che condizionano negativamente l’acquisizione del giusto reddito da parte dei produttori.

Per questo, secondo la Cia, è necessario riequilibrare la ripartizione del valore a beneficio degli agricoltori e, per farlo, è fondamentale stimolare processi di aggregazione tra gli stessi, e costruire relazioni più equilibrate e innovative tra tutti i soggetti del sistema ortofrutticolo, grande distribuzione inclusa.


“Le strategie attraverso cui la produzione agricola può recuperare o riuscire a trattenere una quota maggiore di valore aggiunto” afferma il presidente del Gie Ortofrutta di Cia, Antonio Dosi “passano per aggregazione, azioni di promozione unitarie, sviluppo dell’economia contrattuale, contrasto alle pratiche commerciali sleali, operatività piena dell’interprofessione”. Di pari passo è necessario incoraggiare “un patto fra gli attori della catena ortofrutticola e collaborare per eliminare inefficienze, aumentare la competitività del settore, ridurre gli squilibri”.

D’altra parte, rafforzare la posizione degli agricoltori e accrescere la competitività del comparto sono sfide importanti, così come accogliere la crescente domanda non solo di ortofrutta, ma anche di nuovi servizi ed informazioni. La pandemia ha infatti amplificato l’interesse verso una sana alimentazione: il 57% degli italiani afferma infatti di consumare regolarmente frutta e verdura consapevolmente, e il loro consumo viene universalmente riconosciuto come parte essenziale di una dieta equilibrata.

Con 25 milioni di persone nel Paese che soffrono di disturbi legati al sovrappeso, di cui il 25% bambini e adolescenti, è sempre più importante promuovere frutta e verdura nel carrello della spesa, con un occhio sempre più attento alle caratteristiche del processo produttivo e alla stagionalità.

“Il settore ortofrutticolo è esposto a rischi enormi, legati agli eventi climatici” ha aggiunto il presidente di Cia Emilia-Romagna, Cristiano Fini “ma anche alle problematiche fitosanitarie e alla pressione competitiva globale. La ripartizione sbilanciata dei prezzi lungo la filiera rischia di indebolire in maniera irreversibile le aziende agricole, molte delle quali in grande sofferenza. Il consumatore riconosce un valore aggiunto a italianità, territorialità, qualità e sostenibilità e la produzione ortofrutticola nazionale, nella sua accezione di sistema”ha concluso Fini “potrà cogliere a pieno le esigenze della società e dei mercati se sarà capace di rilanciare relazioni eque, sperimentare nuove soluzioni e garantire solidità a tutte le sue componenti”.

Obiettivo condivisi anche dalla Fao che, con l’Anno Internazionale della Frutta e della Verdura 2021, vuole promuovere il consumo di frutta e verdura ed evidenziare come le catene di valore sostenibili e inclusive possono contribuire ad aumentare la produzione, a migliorare la disponibilità, la salubrità, l’accessibilità economica e la parità di accesso alla frutta e alla verdura, al fine di promuovere la sostenibilità economica, sociale e ambientale.

 

 


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Ilaria Frare

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