SuperFrancesca! Campionessa mondiale Master
Da Orsago alle vette del mondo. Sia in senso geografico che figurato. Francesca Da Re, chinesiologa, dietista, consulente progettuale, è campionessa di sci Master.
| Emanuela Da Ros |
ORSAGO - Che pieno di energia! Ed entusiasmo. E di gioia frizzantissima. Ci sono (ancora) persone che “parlano positivo”. Che quando si raccontano, regalano ottimismo. E fiducia. Persone aliene dallo “sport” più diffuso: la lamentazione. Il tiro al piagnisteo, il salto con l’ansia.
Francesca Da Re, 39 anni, pratica - e ha praticato in passato - ben altre discipline: la ginnastica artistica, la pallavolo, il nuoto, il basket. Ma visto che è “nata con in mano la tessera dello Sci Club Orsago” (poi ci torniamo) fin da piccolissima si è dedicata soprattutto allo sci. Una passione ereditata da mamma (insegnante Isef), da papà Leonello (ora vicepresidente dello Sci Club Orsago) e condivisa dai due fratelli. Una passione che negli ultimi due anni l’ha portata in vetta alle classifiche internazionali per la categoria Master, riservata a chi ha più di 30 anni.
Attualmente, dopo una vivacissima stagione atletica, Francesca Da Re è campionessa italiana di sci nella categoria Master ed è al secondo posto nella classifica generale della Coppa del mondo Master, categoria D2.
“E’ stato un anno superimpegnativo - spiega l’atleta - ma mi ha dato moltissime soddisfazioni. Ho partecipato infatti alle manifestazioni più importanti per la categoria Master, la Coppa Italia Master e i Campionati italiani Master, il Winter World Master Games 2024, che sono un po’ le preolimpiadi invernali, classificandomi al primo posto e sono arrivata seconda alla Coppa del mondo, a cui partecipano atleti di ogni nazione, dall’Argentina, alla Svezia, alla Corea, conseguendo anche il miglior tempo italiano, in Austria, per lo slalom speciale e il Gigante e tallonando atlete davvero fortissime a livello internazionale.”
Originaria di Orsago, Francesca Da Re dopo il diploma si è stabilita a Padova per frequentare la facoltà di Scienze Motorie e poi di Dietistica. Con le sue due lauree non solo ha continuato a praticare e insegnare sport diversi - dalla ginnastica artistica al Calcio a 5 - ma si è dedicata anche a progetti di educazione alimentare in diverse scuole di Padova, Rovigo e del Trevigiano. “Per interesse personale e non certo per velleità di carriera - spiega - ho iniziato anche a lavorare in ambito dirigenziale prima con diverse associazioni e poi con Pgs, l’ente che ha come obiettivo la promozione dell’attività sportiva in ambiti diversi. Dal 2020 con Scuola Oltre, riconosciuta dal Miur, mi sono anche dedicata alla formazione dei docenti.”
Come consigliera nazionale dell’ente Pgs Francesca tiene a sottolineare che tra i tanti progetti avviati, grande soddisfazione le ha dato quello sullo Sport inclusivo, che ha coinvolto finora 70 centri in tutta Italia e che ha avuto un battesimo istituzionale nel capoluogo romano alla presenza di alte cariche politiche e dei più acclarati rappresentanti del mondo sportivo. “Anche se le attività di promozione, organizzazione di eventi e di formazione mi assorbono, non ho mai smesso di sciare e di sottrarmi all’energia positiva delle gare. Trovo che la competizione sportiva, il confronto con altri atleti sia utile per migliorare se stessi, per mettersi costantemente in gioco, per trovare nuovi stimoli.”
Francesca, la lunga strada tra formazione e successi sportivi è partita da Orsago, giusto?
Sì, soprattutto dallo SciClub che ho frequentato da quando avevo tre o quattro anni. Il club è stato la mia seconda famiglia e mi ha insegnato ad amare ancora di più lo sci e lo sport in generale.
A suo parere viene dato abbastanza spazio nell'educazione dei ragazzi e nelle scuole allo sport? Tutti riconoscono - a parole spesso... - il valore imprescindibile dell’attività motoria, ma mi pare che questa sia affidata più che altro a società private o all’iniziativa di appassionati che si fanno in quattro per promuoverla. Concorda?
La cultura dello sport in Italia è carente. E‘ in atto una riforma del modo di intendere e fare sport, da anni legato alla concezione che ne aveva il Coni, ma è un percorso che richiede tempo. Però enti come Pgs e Scuola Oltre, anche grazie ai fondi Pnrr, stanno creando importanti occasioni per promuovere lo sport, sia dentro le scuole che fuori. Non solo per arrivare a far conseguire risultati eccellenti, ma per dare a tutti, senza distinzione di sesso, estrazione sociale, abilità atletiche o fisiche, la possibilità cogliere la bellezza dello sport e l’’importanza dell’attività motoria. Mi ha colpito molto l’affermazione di Luca Pancalli, presidente del comitato italiano paralimpico che ha evidenziato come il più grande risultato sia poter parlare di cosa può fare lo sport: può far riscoprire la vita, trovare nuove opportunità per esprimersi. E questo sia a chi ha delle disabilità congenite o dovute a qualche incidente, sia a persone senza problemi fisici. Ecco, in Italia manca la cultura non propriamente dello sport, ma dell’attività motoria che è un pilastro dello star bene. Ed è un pregiudizio da sfatare che lo sport sia di nicchia, o oneroso, perché la corsa all’aria aperta, per esempio, la può fare chiunque senza alcuna dotazione particolare.
Per caso è parente del suo compaesano Giuseppe Da Re, papà dei Bibanesi?
No, nessuna parentela, ma sua figlia ha il mio stesso nome e cognome mi piacerebbe conoscerla un giorno.
Progetti futuri?
Nella stagione 24/25 parteciperò nuovamente alla Coppa Italia di sci Master e alla Coppa del Mondo della stessa specialità e categoria. Inoltre ho in scaletta il 48° Trofeo provinciale di Treviso. Per il momento sono felice dei risultati raggiunti per i quali devo ringraziare, oltre ai familiari e colleghi che mi hanno supportato il mio Sci Club che mi accompagna da quando ho messo i primi passi sugli sci, e tutti gli sponsor che mi hanno aiutato.
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