Terremoto a Nord Est, Amato (Ingv): "Nessuna allerta tsunami"
Il fenomeno ci sarebbe stato con un sisma di magnitudo 6.5
| Ansa |
ROMA - "Appena 6 minuti dopo il sisma il Centro allerta tsunami ha diramato un messaggo di informazione, che non è un messaggio di allerta ma informa che c'è stato il sisma per attivare i controlli lungo le coste". Lo ha detto all'ANSA Alessandro Amato dell'Ingv, che coordina il centro allerta Tsunami sottolineando che, allo stato attuale "il rischio non c'è". "Ci sarebbe stato con una magnitudo più grande di 6.5. Il messaggio che abbiamo diramato si attiva per terremoti di 5.5 in mare o lungo la costa nel Mediterraneo. Se ci fosse stato uno Tsunami si sarebbe sviluppato pochi minuti dopo".
Il messaggio di information sul rischio Tsunami si basa nei primissimi momenti sui dati del sisma, successivamente vengono guardati i dati registrati dai mareografi dell'Ispra collegati al centro dell'Ingv e viene verificato minuto per minuto l'andamento del mare per confermare o cancellare la segnalazione, spiega l'esperto dell' Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. "Il messaggio diramato stamane - sottolinea Amato - non è di allerta che ci potrebbe essere invece con scosse più forti". Il sisma di stamane di fronte alle Marche di magnitudo 5.7, è avvenuto a circa 15-20 chilometri dalla costa italiana, riferisce l'esperto, e le repliche immediatamente successive alla prima scossa dureranno ancora. "Vediamo come evolve nelle prossime ore".
"Stiamo nella placca adriatica, in quella struttura geologica compatta, rigida, che va dal Mare Adriatico, a partire dalla Puglia, fino sotto la pianura Padana, sotto l'Appennino e arriva fino sotto le Alpi orientali, e sappiamo che trasmette molto bene l'energia elastica. Quindi quando c'è un terremoto lì, la propagazione dell'onda è molto efficace e si avverte a distanza molto grande".
"Anche io l'ho sentita a Roma, e si è sentita fino a Firenze". Ma, rileva, i piccoli danni che si sono avuti localmente "sono dovuti allo scuotimento nei primi 20-30 km intorno all'epicentro. Se fosse stato più sotto la costa sarebbe stato localmente più forte". Il sisma, spiega ancora Amato, "è generato da una faglia di compressione, un po' l'opposto di quello che avviene in Appennino dove le faglie sono di estensione. Qui invece è di avvicinamento della parte adriatica verso l'Italia, un accorciamento frontale".
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