Ti do la sala. Anzi no
Il comune di Vittorio Veneto - e pure il sindaco Miatto - additati come censori, accusati di doppiogiochismo e leccaculismo dagli indipendentisti veneti
| Emanuela Da Ros |
VITTORIO VENETO - Sono incazzatissimi. Gli indipendentisti veneti e gli esponenti dell’associazione Raixe Veneta ce l’hanno su col sindaco Miatto. Ma soprattutto col comune vittoriese. Le ragioni le riportano in un lungo articolo dal titolo Vietato criticare la Grande Guerra: il comune di Vittorio Veneto revoca la sala, apparso sul sito web Serenissima News. Voce della veneta repubblica di ieri, oggi e domani. “Il convegno “Grande Guerra, mito e libertà di critica. L’inutile strage” - scrivono - si sarebbe dovuto tenere il 28 aprile 2023 a Vittorio Veneto, presso la prestigiosa sede del Museo della Battaglia. Ma all’ultimo momento – 24 ore prima – il Comune ha notificato la revoca della concessione della sala.” Nell’articolo si elencano i nomi dei relatori che sarebbero dovuti intervenire (Lorenzo Del Boca, Renzo Fogliata, Andrea Arman,Davide Lovat, Alvise Fontanella, Michele Favero, segretario di Indipendenza Veneta) e che invece sono rimasti a bocca spenta.
“Il Comune di Vittorio Veneto - scrive sul sito Alvise Fontanella - aveva concesso al convegno di Raixe Venete la sala e anche il patrocinio, con atto del 31 marzo 2023 (...) ma pochi giorni fa il Comune ha inaspettatamente notificato a Raixe Venete la revoca del patrocinio, in quanto “concesso per errore, non essendo state valutate pienamente le precondizioni necessarie al rilascio, previste dai regolamenti comunali”. Gli organizzatori si sono dunque fatti un sacco di domande. Perché il comune non spiega per quali errori il patrocinio è stato concesso? Perché il comune ha dato la sala e il patrocinio a chi, lo scorso novembre, aveva organizzato un convegno sulla Grande Guerra e su Cadorna? Perché ci fa restare in braghe de tea ora che abbiamo già distribuito locandine e volantini?
Secondo gli indipendentisti la motivazione della revoca della sala e del patrocinio riguarda l’inconciliabilità delle posizioni tra chi ha organizzato il convegno di novembre e loro. “Non posso non notare – scrive il sindaco a Raixe Veneta – come ambedue le posizioni presenti sul campo siano inconciliabili fra loro e l’originale tentativo di questa Amministrazione di permettere un civile confronto fra tesi difformi si sia trasformato in un ulteriore momento di duro scontro e questo è inaccettabile“. Al termine dell’articolo apparso su Serenissima News vengono riportate le battute tra gli organizzatori del convegno cestinato e il sindaco Miatto, che dichiara di “soffrire per questa vicenda, essendo venetista e indipendentista della prima ora”, aggiungendo di aver “concesso a suo tempo la sala comune perché aveva ricevuto delle pressioni”.
A conclusione della faccenduola, gli indipendentisti chiosano “Al di là delle pressioni ricevute dal sindaco di Vittorio Veneto, la revoca della sala – priva ancora di esaurienti motivazioni ufficiali – è un segno di quanto sia difficile, in questa Italia, arrivare ad una vera democrazia e ad una vera memoria condivisa. Due pesi e due misure. La negazione di quella sala, a un convegno culturale e storico, non a un comizio, anche se di segno esplicitamente contrario al mito della Grande Guerra, è una negazione di democrazia”. E ancora: “Purtroppo, ancora una volta, di fatto e al di là delle intenzioni del sindaco di Vittorio Veneto, ha vinto la censura. Per ora, almeno.” Più che di censura, di non democrazia, di non trasparenza, c’è da chiedersi quanta maturità o consapevolezza dei ruoli amministrativi-istituzionali alberghi dentro un municipio che pare un asilo: “La colpa è tua, no, è sua, mia non è, ti invito alla mia festa, ma anche no.”