TOLOTTO: «NECESSARIO UN INCONTRO PUBBLICO»
Questione impianto a biomassa, la richiesta arriva da parte del gruppo di opposizione consiliare
CHIARANO - Si è riunita la scorsa settimana per la prima volta la commissione consiliare istituita per valutare il progetto dell’impianto di teleriscaldamento collegato alla centrale a biomassa che dovrebbe trovare collocazione nella ex base Nato di Chiarano.
L’opposizione consiliare sul punto chiede al più presto un’assemblea pubblica: «Ci aspettavamo qualcosa di più» spiegano in una nota i consiglieri Michele Borga e Andrea Beni. «Speravamo di poter cominciare a conoscere meglio gli aspetti di utilità e vantaggio con i quali il sindaco continua a promuovere questo progetto, ma la sua assenza alla riunione ha reso l’incontro puramente interlocutorio e di nessuna utilità pratica, mentre sarebbe stato interessante sapere, per esempio, qual è il vantaggio da lui previsto per le 1300 famiglie del comune di Chiarano quando il progetto, per potenza e dimensionamento, prevede il teleriscaldamento soltanto per alcuni edifici pubblici».
«Come consiglieri della Nuova Civica per Chiarano e Fossalta Maggiore» dice il capogruppo Antonio Tolotto «siamo stanchi di chiacchiere e promesse fasulle. Una di queste era la prevista assemblea pubblica per informare i cittadini sul progetto ma ad oggi nulla si è mosso in tal senso. Chiediamo con forza che al più presto i cittadini siano informati su che cosa li aspetta per i prossimi vent’anni, e se non lo farà l’amministrazione ci penseremo noi».
Sul punto il sindaco Gianpaolo Vallardi aveva detto: «Altri comuni anche qui vicini stanno utilizzando il sistema del teleriscaldamento con profitto e nel pieno rispetto dell’ambiente, mentre a Chiarano solo polemiche. Perché? Forse perché siamo scomodi politicamente?».
Il Comune avrà per questa struttura 2,2 milioni di euro di fondi europei: il progetto, da sei milioni, andrà in gara. Verrà realizzato un impianto a biomasse di 1,8 megavatt di potenza. Brucerà cippato, ma il privato, che si aggiudicherà il lavoro, potrebbe anche usare biomasse reflue. «L’energia prodotta verrà venduta in rete, l’acqua calda entrerà nelle condutture per riscaldare edifici del paese. Un impianto nemmeno paragonabile con quello che sarà realizzato in comuni vicini». Sul punto però l’opposizione chiede a gran voce un incontro pubblico.