A Treviso circa 4mila alloggi vuoti: "Serve un piano di riqualificazione per rimetterli sul mercato"
Coalizione Civica per Treviso: "In questo modo si potrebbero avere “nuovi” alloggi senza consumare ulteriore suolo"
| Isabella Loschi |
TREVISO - L’attività edilizia che si è sviluppata negli ultimi decenni nel territorio cittadino ha portato a un incremento enorme del numero delle abitazioni inutilizzate che sono aumentate dalle 711 del 1961 (dato Istat, 10° Censimento Generale 1961, pagina 36) alle 3.252 del 2011 (Piano di Assetto del Territorio, 2013, allegato C – Dinamiche demografiche, pagina 58). E sono aumentate non solo in termini reali ma anche in rapporto al complesso delle abitazioni: quelle vuote erano il 3,67% del totale nel 1961 e l’8,21% nel 2011. E’ facile pensare che, sulla base di questa tendenza l’attuale numero di alloggi vuoti sia molto vicino ai 4.000”. A dirlo è Luigi Calesso di Coalizione Civica per Treviso che evidenzia la disparità tra residenti in città e numero di alloggi.
“Tra il 1961 e il 2020 i residenti in città sono aumentati del 10,39% mentre gli alloggi sono molto più che raddoppiati (+131,34%) superando di gran lunga anche l’aumento del numero dei nuclei familiari (+98,21%) una parte crescente dei quali, tra l’altro, sono rappresentati da anziani soli che non vivono in una abitazione proprio ma in casa di riposo”. Per questo Coalizione Civica propone un grande “piano di ristrutturazione” delle abitazioni vuote perché vecchie, inadeguate, inutilizzabili, evito così di edificare nuovo cemento.
“Una iniziativa di questo tipo permetterebbe non solo di rimettere sul mercato “nuovi” alloggi senza consumare un metro quadrato di suolo ma anche di avere a disposizione abitazioni che rispondono ai più avanzati standard di efficienza e risparmio energetico. Una iniziativa di questo tipo richiede sicuramente una visione, una idea di città che vada oltre i limiti del mandato amministrativo e si tratta di una capacità di disegnare la città del futuro che l’attuale governo cittadino non ha”.
Ma c’è un altro problema: “Questo tipo di interventi rischia di non essere economicamente appetibile per le aziende del settore edilizio se si continua a concedere la realizzazione di nuovi edifici in aree verdi perché è noto che le nuove costruzioni comportano costi inferiori e problematiche tecniche minori rispetto agli interventi di recupero e di ristrutturazione. Su questo fronte, purtroppo, il combinato disposto delle nuove edificazioni consentite dalla variante al PRG di inizio anni 2000 (non ancora realizzate per centinaia di migliaia di metri cubi) e delle nuove concessioni di questa amministrazione (altre decine se non centinaia di migliaia di metri cubi) va nella direzione esattamente opposta. Solo per fare un esempio, nel mese di ottobre è stata concessa la realizzazione di un complesso di 24 nuovi appartamenti in un’area verde in via Padre Marco d’Aviano”.