Treviso, con il Terraglio Est nuovo cemento a Sant'Antonino
Approvato il piano di lottizzazione che svilupperà in un’area a ridosso della rotonda dell'ospedale
| Isabella Loschi |
TREVISO - Via libera dal Comune al piano di lottizzazione “Sant’Antonino 1” che si svilupperà in un’area tra la tangenziale e il Terraglio Est, all’altezza della rotonda dell’ospedale. Un piano che prevede la realizzazione di 20metri quadrati di edifici a indirizzo direzionale, 7mila con finalità ricettive e 2.500 per il commerciale. Si tratta di circa 60mila metri cubi di superficie territoriale di cui 31mila destinati a nuova edificazione, 17mila a verde e 19mila per i parcheggi.
“Si tratta di una colata di “cemento collaterale” al Terraglio Est che per la prima volta rende interessante l’edificazione in quell’area che si trova proprio “all’incrocio” tra l’esistente tangenziale e il nuovo asse viario che arriva da Casier”, sostiene Coalizione Civica per Treviso. “Ovviamente, l’interesse è per gli edifici non residenziali e, infatti, la relazione al piano di lottizzazione prevede edificazione commerciale, direzionale e ricettiva”.
“Sono oltre 7.500 metri quadrati di suolo cementificato che, insieme a quello asfaltato per le strade di collegamento, i piazzali, le aree di manovra porterà a un consumo di suolo ben superiore a un ettaro (più probabilmente due ettari) in un comune di cui non è necessario ripetere i dati record di terreno impermeabilizzato”. “Ancora una volta “non c’è cemento responsabile, ma c’è chi è responsabile del cemento”. E’ responsabile del cemento la maggioranza di centrodestra che ha approvato la Variante Generale al Piano Regolatore di inizio anni 2000 che ha previsto sul territorio comunale una colata di 2.000.000 di metri cubi di cemento (di cui solo la metà sono già stati realizzati), sono responsabili le amministrazioni leghiste che hanno voluto a tutti i costi la realizzazione del Terraglio Est nel comune di Treviso, crean do le condizioni perché il piano “Sant’Antonino 1” diventasse interessante, è responsabile l’attuale amministrazione perché, ancora una volta, approva senza fare una piega un piano edilizio che comporterà la devastazione di un’altra area verde”, aggiunge Luigi Calesso.
“Ma la questione rischia perfino di non finire qui perché una volta che l’edificazione verrà realizzata e vi si insediassero le attività direzionali, ricettive e commerciali previste il rischio è che la viabilità di collegamento o dell’intera area risulti insufficiente e, quindi, si riveli necessario realizzare qualche altro tratto stradale o allargare quelli esistenti, in una spirale in cui hanno valore solo gli interessi commerciali, quelli della rendita fondiaria, quelli dell’industria edilizia mentre non hanno cittadinanza il contenimento dell’inquinamento atmosferico e il blocco del consumo di suolo”.