Troppi giovani travolti sulle strisce: petizione a Olmi per un autovelox
I ragazzi dell'oratorio chiedono provvedimenti urgenti per la sicurezza.
OLMI- Hanno superato le 600 firme e sono determinati a continuare nella raccolta. Le consegneranno al sindaco di San Biagio di Callalta, Alberto Cappelletto, perché possa farsi portavoce delle loro istanze nelle sedi opportune e provvedere all’installazione di un semaforo, di un autovelox o di una qualsiasi altra tipologia di dissuasore, così da riuscire nell’intento di far rispettare i limiti di velocità su un rettilineo che troppe volte si è dimostrato fatale, quale quello della Postumia all’altezza della parrocchia di Olmi.
I giovani promotori dell’iniziativa, scelgono di chiarire le ragioni che li hanno condotti a suscitare l’attenzione dell’opinione pubblica locale citando due tragici avvenimenti: «1 giugno 2015, una bellissima giornata di sole, non molto bella per uno di noi che, dopo essere andato a comprare il pane, tornando a casa, viene travolto da un'auto sulle strisce pedonali; 9 dicembre 2016: dopo aver trascorso una giornata meravigliosa tra amici, in serata purtroppo veniamo a conoscenza del fatto che un nostro caro amico ha avuto un grave incidente attraversando la strada sulle strisce». Nel solo mese di dicembre questo copione si è ripetuto per ben tre volte.
Primo firmatario della petizione il parroco di Olmi e Cavriè, don Edy Savietto, che ha anche invitato i promotori a raccogliere le firme al termine delle celebrazioni domenicali.
La strada regionale, gestita da Veneto Strade e che nella zona prende il nome di via Claudia Augusta, attualmente disporrebbe già di adeguata segnaletica ad indicare la riduzione del limite di velocità nel centro abitato a 50 km\h ma, come noto, in assenza di più convincenti misure, l’automobilista medio tende a regolarsi secondo il suo stile di guida, ad usare un eufemismo, spesse volte eccessivamente sportivo. Il Comune di San Biagio avrebbe già investito ingenti risorse per la messa in sicurezza di diversi punti, anche esulando dalle proprie competenze, facendo fronte alle necessità, non di rado, proprio in luogo della società, che risentirebbe di budget limitati.
L’installazione di dossi in prossimità della chiesa sarebbe un tema complesso, giacché, per quanto inserita in un centro abitato, la strada tutto sarebbe meno che “residenziale”, come pure la normativa richiederebbe come requisito imprescindibile, anche se, va detto, su questo aspetto la disciplina è interpretata molto largamente da buona parte degli enti locali. Una soluzione più a portata di mano, allora, sarebbe proprio l’aggiunta di un semaforo in prossimità delle strisce pedonali o, onde evitare di eccedere in semafori su una via che da lì a Ponte di Piave ne conta già diversi, un rilevatore di velocità con relativa segnalazione, che scoraggi gli eccessi, almeno in prossimità di un’area frequentata da giovani e famiglie oggi intimorite dall’attraversamento, in particolare nella stagione invernale quando non sempre la visibilità risulta ottimale.
Nell’iniziativa dei ragazzi di Olmi, protagonisti nel loro piccolo di un atto di cittadinanza responsabile e sensibile alle esigenze della comunità, l’auspicio di riuscire, coinvolgendo i residenti, a tenere vivo l’interesse degli amministratori nei confronti di un problema da tempo denunciato, quale quello della sicurezza stradale su un’arteria che attraversa una zona frequentata e socialmente attiva, consapevoli che, malgrado le difficoltà, qualcosa si può e si deve fare. Prima che sia troppo tardi. Dopo le tragedie è sempre troppo tardi.