Una "riforma epocale" per la sanità
Giunta approva schede ospedaliere e territoriali
TREVISO - Prende corpo la grande riforma della sanità veneta delineata dal nuovo Piano Sociosanitario Regionale. La Giunta regionale ha infatti approvato le tanto attese schede di dotazione ospedaliera e territoriale. Ne ha dato notizia il presidente Luca Zaia aprendo il consueto punto stampa del martedì, affiancato dal Vicepresidente Marino Zorzato, dall'assessore alla sanità Luca Coletto e da quello al sociale Remo Sernagiotto.
Tra i punti cardine della riforma, rafforzamento della sanità territoriale con la nascita degli ospedali di comunità e delle medicine di gruppo integrate per portare le cure più vicine alla gente; nessun taglio di posti letto, ma una diminuzione di quelli per acuti a favore dell'attivazione di letti di comunità (il saldo è più 36), con conseguente aumento del numero di primariati, che passa dagli attuali 727 a 754; potenziamento dell'urgenza-emergenza per dare risposta ai casi gravi entro la proverbiale "golden hour"; mantenimento di tutte le eccellenze attualmente presenti negli ospedali per acuti suddivisi in Hub di riferimento Europeo (le Aziende Ospedaliere di Padova e Verona), in Hub di riferimento provinciali (gli Ospedali capoluogo) e in nosocomi "di rete", tarati sull'assistenza di circa 200 mila abitanti l'uno.
Zaia l'ha definita una riforma "epocale, non solo perché viene dopo 17 anni dal precedente Piano Sociosanitario, ma perché disegna un'organizzazione sanitaria moderna e capace di essere efficiente per vari anni a venire. Siamo già molto più avanti di altri in giro per l'Italia - ha aggiunto Zaia, perché il nostro tasso medio di ospedalizzazione è di 7 giorni contro i 30 di alcune altre Regioni, e con questa riforma manterremo la leadership nazionale. Segnalo anche molti aspetti che non esito a definire di civiltà - ha proseguito Zaia - come le reti per la presa in carico del paziente dalla diagnosi alla guarigione delle quali la breast unit per il tumore al seno è un chiaro esempio; come il rafforzamento dell'urgenza-emergenza per soccorrere chi sta davvero male e rischia la vita; come la scelta strategica degli ospedali di comunità, dove un malato che non è più nella fase acuta e i pazienti cronici e anziani troveranno l'assistenza a loto più adatta senza doversi sottoporre alla sofferenza del ricovero per acuti; come gli hospice per i malati terminali dove scienza e umanità devono accompagnare la persona nell'ultimo tratto di vita; come le medicine di gruppo che, a regime, saranno a disposizione della gente H24 7 giorni su 7".
Zaia ha ringraziato in particolar modo gli assessori Coletto e Sernagiotto, il segretario regionale Domenico Mantoan e tutti i tecnici, "che hanno fatto un lavoro enorme e difficile nell'interesse della comunità veneta". "Questo è un lavoro lungimirante - ha detto Coletto - portato avanti sulla base di precisi parametri validi a livello nazionale come il tasso di 3,0 posti letto per acuti per mille abitanti e di 0,5 posti letto per mille abitanti dedicati alla riabilitazione e alla lungodegenza.
“La nostra organizzazione farà scuola
”
Questa nostra organizzazione - ha aggiunto - farà scuola in Italia, anche per il forte rilancio della medicina sul territorio, che porta la salute più vicina alla gente, l'80% della quale non ha bisogno di un ospedale per acuti, ma di cure e servizi diffusi sul territorio. Ora il tutto - ha concluso - passa al vaglio della Commissione sanità del Consiglio regionale e siamo sin d'ora totalmente disponibili a valutare assieme ogni proposta diversa o migliorativa".
Per Sernagiotto, "l'ospedale di comunità è una scelta innovativa e fondamentale, perché toglie ricoveri impropri negli ospedali per acuti e garantisce maggiore assistenza e serenità alle persone e alle loro famiglie. Con il trasferimento di tanti posti letto da acuti a ospedali di comunità - ha concluso - si è tolto l'inutile e si attiva l'utile". Zorzato ha tenuto a sottolineare che "complessivamente quella che verrà realizzata è un'ottima sanità, accompagnata da una diffusa specializzazione e da un'Università che esce dalla sua sede e, molto opportunamente, si diffonde sul territorio".
“Con l’approvazione delle schede di dotazione ospedaliera da parte della Giunta Regionale si apre un periodo che vedrà l’Azienda Ulss 9 all’opera per l’attuazione delle linee programmatiche regionali - ha commentato Giorgio Roberti, Direttore generale dell’Azienda Ulss 9 di Treviso - Con questo atto della Giunta Regionale, collegato al Piano sanitario – prosegue – si profila una rimodulazione delle reti assistenziali e delle strutture complesse".
"La Sanità trevigiana - sottolinea - vede positivamente confermato nella sostanza il proprio ruolo nella rete ospedaliera veneta sia in termini di posti letto che di strutture complesse, fermo restando la naturale evoluzione dei bisogni assistenziali. Una conferma che ci trova pronti ed al lavoro consapevoli dell’impegno verso l’attuazione per il consolidamento dell’offerta assistenziale della nostra Ulss”.