Usa: almeno 185 le persone innocenti condannate alla pena di morte
Lo dice uno studio condotto sulle sentenze emesse dagli anni '70 ad oggi.
| Ilaria Frare |
STATI UNITI - Robert Dunham, direttore del DPCI ha dichiarato in un'intervista “La paura di tutti è che vengano condannate a morte delle persone innocenti” invitando a riflettere sul rischio troppo grande di cadere in condanne sbagliate “finché il sistema legale sarà gestito dall'uomo, è garantito che ci saranno degli errori”.
I recenti dati del National Registry of Exoneration indicano tre fattori principali, responsabili dei più frequenti errori di valutazione e condanne sbagliate: la cattiva condotta ufficiale da parte di polizia e pubblici ministeri, la falsa testimonianza e la falsa accusa. Tra gli stati in cui la pena di morte è ancora in vigore è la Florida a detenere il triste primato nelle statistiche: oltre trenta sono infatti i detenuti condannati a morte, ma scagionati da indagini successive. Subito a seguire lo stato dell'Illinois con ventuno condanne ed il Texas con sedici.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha più volte espresso la sua contrarietà alla pena capitale e proprio la scorsa settimana diversi gruppi per i diritti umani si sono appellatati al presidente neo eletto, chiedendo di garantire la grazia ai quarantanove detenuti attualmente nel braccio della morte e di commutare la loro pena in un un ergastolo. Secondo i dati delle Nazioni Unite, sono oltre 1.500 le persone giustiziate negli Stati Uniti dal 1976 ad oggi e, ancora 20 gli stati americani in cui la pena di morte è legale, facendo degli USA l'unica democrazia occidentale a non aver definitivamente abolito la pratica.
Secondo Giovanni D'Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, lo studio dimostra come l’infallibilità dei giudici non sia che un mito e che l’errore giudiziario stia diventando sempre meno un episodio isolato e sempre di più un fenomeno collettivo. La fretta nelle indagini, l’eccessiva fiducia accordata ai testimoni non sempre attendibili, la troppa importanza data alle presunzioni di colpevolezza e agli indizi sono tra i fattori che predispongono all’errore, ai quali va ad aggiungersi la pressione esercitata dall’opinione pubblica che desidera ad ogni costo trovare un colpevole, anche in mancanza di certezze irrefutabili.