15/08/2024pioggia e schiarite

16/08/2024poco nuvoloso

17/08/2024poco nuvoloso

15 agosto 2024

Vittorio Veneto

"Va' e fai anche tu lo stesso"

Intervista al vescovo Pizziolo, autore della lettera pastorale

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

immagine dell'autore

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Pietro Panzarino con Mons. Corrado Pizziolo

VITTORIO VENETO - "Va' e fai anche tu lo stesso!". E’ una lettera che si pone sulla linea degli Orientamenti Pastorali, proposti alla diocesi a seguito del Convegno celebrato nella primavera dello scorso anno, “Corresponsabili per la missione”. Ha lo scopo di suggerire ragioni e atteggiamenti per portare ad attuazione. La lettera pastorale è stata pubblicata il 12 settembre e distribuita il giorno dopo al termine della celebrazione in Cattedrale. Ogni parrocchia ha ricevuto le copie da distribuire nella propria comunità. Si compone di tre capitoli e di una conclusione: Uscire verso le periferie dell'esistenza umana; Verso quali "periferie siamo oggi particolarmente mandati?; A quali condizioni tutto questo è possibile?

 

Il titolo della lettera pastorale è la conclusione della parabola del buon Samaritano: la conclusione di Gesù è molto provocante, perché interpella il singolo cristiano. Ne abbiamo parlato con il Vescovo di Vittorio Veneto Mons. Corrado Pizziolo, autore della lettera.

 

La lettera pastorale per ben tre volte fa riferimento a Papa Francesco, all'inizio, nella parte centrale e nella conclusione. Come è cambiata la percezione del Ministero del Papa, dopo l'incontro avvenuto durante la visita ad limina della primavera scorsa? Quali gli elementi che l'hanno colpita maggiormente? Nella lettera si parla dei poveri, degli ultimi, secondo la categoria "la periferia dell'esistenza..., la periferia esistenziale".

Lo stimolo viene da diverse frasi del Papa, dall'invito ad andare in periferia ossia uscire da se stessi, per portare il lieto annuncio, la speranza e la carità. Nel corso di questi mesi questa categoria è diventata un ritornello, in qualche modo un nucleo importante, ripreso in molte circostanze: il farsi prossimo che nasce dalla esigenza della fede e della misericordia vissute in pienezza.

 

La sue esegesi della parabola del buon Samaritano attualizza questa parabola. Chi è oggi il buon samaritano? Cosa dovrebbe fare il buon samaritano nel nostro contesto diocesano?

Ogni cristiano è chiamato a farsi samaritano, guardandosi attorno, nel mondo in cui vive. Mi ha colpito positivamente, quanto mi ha detto recentemente un parroco, dopo aver amministrato la Cresima. Nella sua parrocchia c'è un ragazzo in coma: la sua mamma, insieme a una trentina di parrocchiani, accudisce il proprio figlio. Questa collaborazione è una dimostrazione concreta di quello che significa farsi prossimo in una situazione di sofferenza, mettendosi a fianco, con l'atteggiamento di solidarietà. Purtroppo, talvolta, cerchiamo di non vedere, giriamo il capo dall'altra parte, ci giustifichiamo, dicendo che non si ha tempo, non si ha voglia, perché troppo impegnativo oppure ci si lascia prendere dall'emozione del fuoco di paglia.

 

Nella lettera lei ricorda padre Dino De Zan, di Osigo, ce lo presenti brevemente...

E' morto recentemente, l'ho conosciuto di persona, era solito venirmi a salutare, quando tornava a casa. Era stato in Seminario, ma da giovane si era sentito chiamato ad andare incontro ai malati, con la congregazione di San Camillo de Lellis, per lenire le loro sofferenze. Si recò in Colombia e si dedicò, nella periferia della capitale Bogotà, ai ragazzi vittime della strada, affamati, abbandonati, trascurati, preda delle bande. Lui scelse la strada dell'educazione, della formazione professionale di grande spessore, la sua opera è stata apprezzata anche dallo Stato. Don Dino era l'anima di questa realizzazione.

 

Si coglie un'atmosfera e un clima diverso nell'approccio verso le famiglie dei divorziati e delle coppie di fatto. Ne parla lei, se ne è discusso durante la settimana sociale appena conclusa a Torino, ha ripreso il discorso recentemente anche Papa Francesco.

Non è diverso. Benedetto XVI aveva approfondito questo discorso l'anno scorso a Milano, ricordando che bisognava impegnarsi per mantenere una certa vicinanza, garantendo rispetto e aiuto alle famiglie in difficoltà. La situazione non è cambiata, perché la Chiesa non può venir meno al valore dell'unità e dell'indissolubilità del matrimonio cristiano, perchè è una disciplina evangelica, a differenza del celibato dei preti, che è una disciplina ecclesiastica. E' necessario, comunque, mantenere anche l'atteggiamento della misericordia, della carità. Bisogna sapere coniugare verità e carità, anche se ciascuno può insistere maggiormente su l'uno o sull'altro aspetto.

 

Per la crisi economica che ha investito anche la nostra società, si era partiti con il fondo solidarietà nel 2011 per venire incontro a coloro che avevano perduto il lavoro. Sulla base di tale esperienza e dandole un tocco diverso da mesi è in atto l'iniziativa "Cinque pani e due pesci", gestita dalla Caritas diocesana ed evocativa del famoso passo evangelico. Ce ne parli...

Rispetto al fondo iniziale, che per scelta era stato definito "straordinario", coloro che si erano impegnati nell'iniziativa hanno ragionato per individuare qualcosa di nuovo, che tenesse conto della "ordinarietà" di certe situazioni. Sono stati messi a disposizione dei voucher in genere fino a € 1000,00, a fronte di alcune prestazioni lavorative, a tempo determinato, in alcuni lavori socialmente utili o in strutture con persone che vivono disagi di varia natura come i CEOD. Tali risorse, in regola anche dal punto di vista fiscale, vengono erogate, dopo colloqui effettuati in centri di ascolto. Queste attività si sono rivelate molto positive, perché tali esperienze hanno arricchito non solo coloro che usufruiscono delle prestazioni, ma anche coloro che effettuano tali lavori!

 

Contestualmente alla lettera pastorale, è stato pubblicata la nota pastorale del Consiglio Pastorale Diocesano, che si conclude con 10 indicazioni, di cui l'ultima riguarda l'osservatorio socio-religioso, auspicato dal Convegno diocesano e recentemente costituito...

E' stato avviato da poco tempo, sta compiendo i primi passi, sono stati coinvolti una ventina di persone, che sono coordinate dal dr. Giovanni Sallemi, che sta seguendo un master biennale a Roma sulla dottrina sociale della Chiesa.

Icona pregata e scritta per mano di Nikla per l’Anno pastorale diocesano 2013-2014

 


| modificato il:

foto dell'autore

Pietro Panzarino - Vicedirettore

Leggi altre notizie di Vittorio Veneto
Leggi altre notizie di Vittorio Veneto

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×