Vittorio Veneto che verrà
Riflessioni per la fase di transizione
VITTORIO VENETO - Nella storia di ogni realtà politica, sociale, economica, culturale ci sono dei momenti fondamentali, che segnano uno stacco. Una espressione molto popolare racchiude questa saggezza nel detto "punto e a capo!".
Nella storia della Città di Vittorio Veneto l'8 giugno 2014 segna una svolta, perché il cambio di guardia al Municipio non può non portare novità, rispetto a quanto avvenuto negli ultimi 15 anni di amministrazione gestita dalla Lega di Scottà e Da Re, i sindaci, le cui scelte fondamentali sono state dettate da centri di potere a livello provinciale, regionale e nazionale.
E' difficile dimenticare i rappresentanti di quei livelli "superiori" che saltuariamente venivano a prendersi il bagno di folla.
Questi alcuni nomi significativi, che rimangono nell'immaginario collettivo e che in qualche modo rappresenteranno la fotografia degli anni trascorsi: Umberto Bossi, Maroni, Salvini, Zaia, Muraro.
Il tempo, che è galantuomo, come diceva Manzoni, darà una valutazione meno contingente di quanto si possa dire oggi.
Ma veniamo all'oggi, in quanto attesa del nuovo che verrà.
Nella società frenetica che viviamo, molti vorrebbero conoscere tutto e subito quello che accadrà.
Invece serve una pausa di riflessione in modo che gli eventi si evolvano in nuove situazioni.
Rispetto alla vigilia e al potenziale gruppo di coloro che avrebbero potuto dettare lo spartito, oggi la platea dei decisori è molto più limitata, con un numero di attori facilmente individuabili.
L'investitura popolare di Roberto Tonon, con un'esperienza pubblica pluriennale, lo mette in condizioni di poter agire con autonomia e responsabilità in merito alle scelte che la legge gli impone di fare.
Si aggiunga quell'atteggiamento di riflessione, che lo ha sempre caratterizzato nella vita pubblica e non solo.
Sicuramente ora sta valutando le prime mosse, molto attese, ma che hanno bisogno di prudenza.
Il compito più importante che lo attende riguarda la valutazione della macchina amministrativa, che pure conosce, da sempre dipinta dalle opposizioni all'amministrazione uscente come "opaca e poco trasparente".
E' questa una pre-condizione necessaria, ma non sufficiente per poter lavorare senza pregiudizi.
Invece alla maggior parte della gente interessa conoscere i nominativi della Giunta.
Oltre che i nomi sarà interessante conoscere anche le deleghe affidate e le competenze potenziali dei destinatari, molti dei quali si cimenteranno per la prima volta con le responsabilità pubbliche.
Se ci si può permettere di avanzare qualche esigenza, sulla base di quanto avviene lodevolmente in altri comuni, sottolineeremmo la opportunità e la necessità di favorire una comunicazione puntuale, completa, senza omissioni e reticenze, quasi in diretta per i tempi, attraverso il sito e l' invio a coloro che sono deputati a renderla pubblica tramite i media territoriali.
Inoltre bisognerebbe rendere noto il filo conduttore delle iniziative, di tutte le iniziative.
La riduzione del numero degli assessori e degli stessi consiglieri potrebbe essere una ragione valida per impegnare tutti i consiglieri, che impedisca loro di apparire statuine mute, deputate ad alzare la manina al momento del voto.
Si metta subito mano al cambio nelle società "partecipate", mettendo in atto quelle rivendicazioni anche gestionali, che dai banchi dell'opposizione e in qualche spazio comunicativo erano rivendicate come necessarie ed opportune.
Dulcis in fundo: e se fosse eletto a presiedere il Consiglio Comunale un rappresentante delle opposizioni per garantire tutti, dopo aver ridefinito meglio nello Statuto le sue competenze, per evitare strumentalizzazioni ideologiche?
Impossible mission?
pietro.panzarino@oggitreviso.it