"Zaia in Veneto ha perso il controllo del virus. Finiremo dritti in zona rossa"
Per il segretario provinciale del Pd Zorzi bisogna intervenire prima che sia troppo tardi. Le altre zone gialle d'Italia non soffrono come noi.
| Tommaso Colla |
TREVISO - Senza più controllo il virus. E senza più controlli da parte di chi dovrebbe intervenire per arginarne la diffusione, a Treviso e nel Veneto: il governatore Luca Zaia. Con la buona compagnia di molti Sindaci restii ad assumersi la responsabilità di emanare ordinanze. E così a Natale le porte si chiuderanno per un ormai pressoché inevitabile lockdown. Servono misure più stringenti altrimenti finiremo direttamente in zona rossa – avverte il segretario del Partito democratico provinciale Giovanni Zorzi: “Se il governatore Zaia deve prendere decisioni impopolari ma ha paura della reazione dell'opinione pubblica, sappia che da parte nostra in questa fase troverà collaborazione politica e istituzionale. Allo stesso modo, vorremmo non venissero liquidate come provocazioni politiche le proposte che come Pd provinciale avevamo avanzato a fine novembre per far fronte alla già allora intollerabile difficoltà da parte delle strutture ospedaliere di accogliere i pazienti Covid nelle aree della provincia più colpite dal virus, come la Castellana e la Pedemontana”.
Preoccupa fortemente quanto sta accadendo nell’ospedale di Montebelluna dove – ha dichiarato ieri l’ex senatrice dem Laura Puppato “dal 1 novembre non c’è più un letto in terapia intensiva, quindi mi chiedo se qualcuno muoia perché non ha ricevuto le cure necessarie. Siamo senza possibilità di cure adeguate: la favola è finita. Aggiungono il segretario provinciale Zorzi e il responsabile sanità del partito Nicolò Rocco: “Quello che chiediamo sono trasparenza ed una strategia chiara fino all'arrivo del vaccino. Il punto ineccepibile è questo: non è più tempo di scuse né di propaganda, dobbiamo agire prima che sia troppo tardi”. Per i dem trevigiani, sostenere che i dati del Veneto sono alti per l'elevato numero dei tamponi - o perché a differenza della Germania (che infatti ha annunciato il lockdown totale) conteggiamo i decessi anche di chi muore di altre patologie - è un modo per non affrontare il problema. “Lo stesso dicasi se si addossa la responsabilità ai cittadini, dopo che per mesi questi hanno ricevuto dalle istituzioni a loro più vicine, come Regione e Provincia, indicazioni a dir poco contrastanti, se solo pensiamo alle recenti parole di Zaia e Marcon contro il divieto di spostamenti tra comuni”.
Preoccupa poi la tenuta del sistema sanitario, con un trend purtroppo destinato a salire: “La pressione nei nostri ospedali, come dimostra la situazione drammatica a Montebelluna, ce lo sta dimostrando. La zona gialla è un fattore, ma altre Regioni, che sono sempre state zona gialla, come il Lazio, non soffrono come noi”. E se nella prima ondata conoscere qualcuno che avesse avuto a che fare con il Covid nella nostra provincia non era così frequente. Oggi ciascuno di noi ha avuto a che fare in famiglia o nella propria cerchia di amici con il virus.