Zottis (PD): “Bene la linea dura dell’Ue su Orban: no a fondi europei a chi discrimina”
Prosegue lo scontro tra Unione Europea e Ungheria in seguito all’approvazione della legge anti-Lgbtq
| Manuel Trevisan |
VENEZIA – Continua il duro faccia a faccia tra l’Unione Europea e l’Ungheria in seguito all’approvazione della legge anti-Lgbtq entrata in vigore a Budapest.
Nei giorni scorsi l’UE ha preso chiara posizione in merito alla questione: prima il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che ha condannato la legge del premier ungherese Viktor Orbán, poi la Commissione europea ha minacciato di bloccare i fondi del Recovery Plan destinati a Budapest, attualmente sospesi.
La replica di Orbán, che non ha nessuna intenzione di abolire la legge, non si è fatta attendere: “Bruxelles vuole inviare attivisti Lgbtq nelle scuole ungheresi. Non lo permetteremo” - si legge in un post pubblicato nella sua pagina facebook.
Sulla questione è intervenuta anche Francesca Zottis, cosigliera del Partito democratico, durante un intervento a Palazzo Ferro Fini: “la linea dura dell’Ue su Orban è giusta e condivisibile: tutte le istituzioni e tutte le forze politiche dovrebbero prendere le distanze dal presidente ungherese, difeso invece a spada tratta da Fratelli d’Italia e Lega. Troppo comodo chiedere e ottenere fondi comunitari per poi non rispettare le regole e i valori fondanti dell’Unione.
Quella legge vergognosa e discriminatoria è solo l’ultimo atto. Oggi l’Ungheria non fornisce garanzie per quanto riguarda lotta alla corruzione e separazione dei poteri, in particolare l’indipendenza della magistratura. Sono messe seriamente a rischio le basi del sistema democratico ed è giusto che l’Unione Europea reagisca senza fare sconti”.