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08 luglio 2024

Castelfranco

“Pediatria di Castelfranco chiusa per i mesi estivi ma la cittadinanza non è stata avvisata”

Il sindacato Nursing Up: “Una scelta dettata dalla grave carenza di personale”

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Ospedale di Castelfranco Veneto

CASTELFRANCO - Il sindacato Nursing Up interviene sulla decisione dell’Ulss 2 Marca Trevigiana di centralizzare la pediatria all’ospedale di Montebelluna, sospendendo per il periodo estivo l’attività al San Giacomo di Castelfranco. «Una decisione dettata dalle difficoltà a garantire la turnazione nel reparto castellano, dove con un solo medico per turno e un gruppo di infermiere “ridotto ai minimi termini” era impossibile garantire le ferie estive obbligatorie e fronteggiare eventuali assenze, a causa della carenza complessiva di 4 infermiere nelle pediatrie del distretto di Asolo, assenti per dimissioni o malattie. Da qui la decisione di centralizzare a Montebelluna l’assistenza di neonati e bambini»: precisa il sindacato.

Commenta Guerrino Silvestrini, responsabile di Nursing Up Veneto: «All’ospedale di Castelfranco, per il periodo estivo, restano attivi nell’ambito pediatrico il punto nascite e la patologia neonatale, a presidio del territorio. Per le altre problematiche pediatriche la cittadinanza viene indirizzata all’ospedale di Montebelluna. Questa scelta da parte dell’Ulss 2 è stata dettata da un numero di accessi pediatrici troppo esiguo a Castelfranco e dalla sofferenza della dotazione organica, a causa della carenza di personale medico e infermieristico. Una situazione che rendeva difficile garantire standard adeguati di qualità e sicurezza, sia per il personale sia per i pazienti, e che ha portato a centralizzare le forze e le risorse umane a Montebelluna. Questa decisione ci vede concordi per quanto riguarda il personale infermieristico, nella misura in cui va a garantire un servizio migliore per i pazienti e una maggiore tutela per il personale che si trova a lavorare in team e a coprire i turni in doppia presenza. Ora però è necessario accompagnare questo processo con un’adeguata comunicazione all’utenza, che altrimenti arriva all’ospedale di Castelfranco convinta di poter ricevere lì la prestazione pediatrica, e invece, deve recarsi a Montebelluna generando disagio e qualche malumore».

Quanto avvenuto nel distretto di Asolo è per Nursing Up l’occasione per rimarcare, ancora una volta, a livello generale la necessità di operare azioni e politiche di valorizzazione del personale: «Va in questa direzione la richiesta che da mesi stiamo portando avanti su scala regionale per stimolare tutte le aziende sanitarie del Veneto a pagare con 50 euro l’ora tutti i professionisti sanitari richiamati in servizio o coinvolti per prestazioni aggiuntive fuori orario istituzionale, così come concordato al tavolo di trattativa regionale il 4 aprile scorso, quale doveroso segnale di riconoscimento per l’impegno, la dedizione e l’elevata professionalità dimostrati quotidianamente sul campo – conclude il sindacato -. Gratificare il personale è anche un modo per contenere il fenomeno delle dimissioni e quindi la perdita di know how e competenze infermieristiche altamente qualificate che contribuiscono in modo determinante alla tenuta della sanità pubblica del nostro territorio».
 


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