"3000 LEGHISTI. BOSSI MAGICO E COMMOVENTE"
Barbisan entuisata della manifesazione dell'orgoglio leghista
TREVISO - "Ieri a Bergamo presso la fiera c'erano circa 3000 leghisti, molti dei quali provenienti dalla provincia di Treviso tra cui il sen. Piegiorgio Stiffoni e l'ass. Mauro Michielon. Davvero una serata memorabile".
Il consigliere comunale di Treviso Riccardo Barbisan (in foto) esprime, in una nota, il suo entusiasmo per il raduno leghista tenutosi ieri a Bergamo. "Bossi è stato magico a far sparire il cerchio e commovente quando ha chiesto scusa per le colpe dei suoi figli" ricorda il consigliere. "Maroni ha parlato di indipendenza , libertà e sovranità della Padania come non si sentiva da tempo. Obiettivo quesato che unisce la Lega! Grande prova di forza di un movimento maturo".
Anche il presidente del Veneto Luca Zaia si dice entusiasta della risposta del popolo leghista al richiamo alla compattezza del partito uscito dall'assemblea di ieri sera. "Ho visto un afflusso spontaneo di centinaia di persone - ha dichiarato - segno di un partito in ottima salute". Dal punto di vista politico Zaia interpreta il passaggio come "un rafforzamento della chiarezza interna. Siamo convinti del fatto che chi ha sbagliato dovrà pagare. Bergamo è stato un evento unico, una vera e propria Pontida".
Umberto Bossi, in quest'occasione, si è scusato con la base della Lega Nord per i "danni fatti" al partito da chi porta il suo nome. Dai suoi figli, dinque. E al contempo ha gridato al "complotto" contro il Carroccio convinto di una rapida ripartenza con un partito unito.
Nella cornice della manifestazione dell'orgoglio leghista il senatur ha siglato un nuovo patto con Bobo Maroni (rimarcato plasticamente da una lunga stretta di mano e da un doppio bacio sulla guancia tra i due) che annuncia l'anticipazione del congresso federale a giugno per individuare una "guida forte".
A Bergamo la platea è calda e non fa sconti. Chiede le 'espulsioni', grida 'chi non salta Rosy Mauro e'' e non esita a fischiare quando l'Umberto fa nomi che non vogliono sentire: l'ex tesoriere Francesco Belsito ma anche i figli del senatur.
"Mi dispiace anche per i miei figli, li ho rovinati io - ha detto Bossi -, dovevo fare come Berlusconi mandarli a studiare all'estero, mandarli via per salvarli. Mi piange il cuore". Un mea culpa che arriva nel giorno in cui Renzo ha rassegnato ufficialmente le dimissioni dal Consiglio regionale. Si è commosso il guerriero e ha provato a difendersi e attaccare insieme. Ha raccontato dell'arrivo di Belsito quando l'allora tesoriere Maurizio Balocchi era malato. E poi ha raccontato dei dubbi sugli investimenti.
"Andai a dirgli 'sei matto'" a investire a Cipro "dove investe la mafia", ha aggiunto. Però quando ha parlato di "complotto" circa le inchieste giudiziarie sono partiti i fischi. Invece tutti si sono infiammati quando ha parlato di unità perché "la lega perde solo quando si divide - ha ripetuto il senatur -. Se siamo uniti non c'é santo che tenga".
"La cosa principale che dobbiamo decidere questa sera - ha aggiunto - è un giuramento su chi deve dirigere la Lega, perché non ci siano più discussioni né divisioni".
A giudicare dalla platea in pole position c'é, e di gran lunga, Roberto Maroni. Chi si aspettava una vera incoronazione stasera è rimasto deluso. Ma comunque non dovrà aspettare molto: il congresso federale per scegliere il nuovo segretario, che inizialmente si pensava di svolgere a ottobre, sarà, appunto, anticipato a giugno, dopo i congressi nazionali, "per dare una guida salda e forte - ha detto l'ex ministro dell'Interno - al movimento".
E' stato proprio lui a parlare a nome dei triumviri che reggono il partito da quando Bossi si è dimesso da segretario (oltre a Maroni, Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago). E ha ripetuto il suo slogan: pulizia che però non vuol dire epurazioni. "Chi sbaglia paga - ha sottolineato - ma nessuna caccia alle streghe. Però dobbiamo finirla con complotti e cerchi magici".
D'altronde ha ricordato che lui stesso avrebbe motivi di rancore, dato che 15 anni fa è stato "oggetto di un tentativo di espulsione". Questa volta però delle espulsioni ci saranno: giovedì prossimo al congresso federale quella dell'ex tesoriere Francesco Belsito. E poi c'é la questione Rosy Mauro, la vicepresidente del Senato che rifiuta di dimettersi e che la base vede a dir poco come il fumo negli occhi. "Ci penserà la Lega a dimetterla" ha promesso aggiungendo che "così finalmente forse potremo avere un sindacato padano vero".
Chi Maroni è stato attento a non accusare mai è Umberto Bossi. "Non c'entra - lo ha difeso - ma ha fatto un gesto di grande dignità". Adesso, a partire da stasera si va avanti, ad esempio dando i soldi alle sezioni del partito. "Possiamo farcela", è convinto Maroni, se c'é "pulizia e unità, senza polemiche fra noi. Chi rompe le balle, fuori dalle balle".