Adescava minorenni in chat, poi le filmava: denunciato geometra
È un trevigiano. I poliziotti hanno fissato un appuntamento dove credeva di trovare una ragazzina
| Matteo Ceron |
TREVISO - Adescava ragazzine minorenni in chat: denunciato dalla Polizia di Stato un geometra della provincia di Treviso. Si tratta di un 45enne, separato con un figlio, che attraverso Facebook e poi tramite WhatsApp, circuiva ragazzine tra i 13 e i 14 anni utilizzando falsi profili.
Alle giovanissime dava poi un appuntamento telefonico a cui seguiva un invito finalizzato alla consumazione di rapporti sessuali che avvenivano all’interno della propria abitazione, dove l’uomo, non accontentandosi esclusivamente dell’incontro “intimo”, aveva addirittura installato una telecamera nascosta con la quale filmava gli “appuntamenti”.
In cambio di questi momenti di intimità, l’uomo prometteva denaro o regali graditi alle ragazzine di quell’età che attratte dalla possibilità di realizzare i propri piccoli “desideri”, cadevano in trappola.
Tutto nasce dalla segnalazione di una diciottenne rivoltasi alla Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Treviso, che agli investigatori raccontava di essere incappata in uomo, su Facebook, che le aveva chiesto un incontro proponendole di portare con sé anche minorenni. A tale richiesta, la giovane donna, interrompeva immediatamente i contatti senza rispondere all’uomo e rivolgendosi subito alla Polizia Postale.
Una certosina attività tecnica, unita a quella tradizionale con sopralluoghi, pedinamenti e appostamenti, ha consentito agli investigatori di individuare il responsabile. Sotto il coordinamento della Procura Distrettuale di Venezia, e del locale Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni, unitamente a personale della Squadra Mobile di Treviso, gli operatori della Sezione Polpost trevigiana hanno fermato il 45enne, in pieno centro cittadino, simulando un appuntamento al quale l’uomo credeva che ad attenderlo fosse una ragazzina disponibile, trovando invece i poliziotti.
In casa dell’uomo è stato sequestrato numeroso materiale informatico e smartphone, tuttora al vaglio degli investigatori, anche per verificare la rete di contatti con altre possibili vittime minorenni.
La Polizia di Stato consiglia, soprattutto ai genitori, di favorire l’ascolto e un dialogo aperto con i propri figli per proteggerli dai rischi di un’errata navigazione in Internet. In questo modo sarà più naturale per i giovanissimi confidarsi con gli adulti di riferimento qualora fossero contattati online da persone che inizialmente appaiono simpatiche ed affabili ma che successivamente tentano di adescare i ragazzini con proposte di incontro e promesse di denaro e regali, utilizzando un linguaggio dapprima lusinghiero e poi minaccioso se non assecondati.