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27 novembre 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

Alex, gli esorcisti sullo sciamanesimo e 'il rischio del maligno'

La caduta dall'alto di Alex è incompatibile con le ferite

| Ansa |

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Alex, gli esorcisti sullo sciamanesimo e 'il rischio del maligno'

VIDOR - "Se è comprensibile che ancora oggi, nella giungla o nella steppa, ci sia chi va dallo sciamano, meno comprensibile è che ci si vada nel cuore del Veneto, in una abbazia sconsacrata, e che a farlo siano dei battezzati o comunque degli italiani nati e cresciuti in una realtà cristiana".

E "quanti si lasciano trascinare in queste pratiche rivisitate possono correre gravi rischi, dal momento che, entrando in giri esoterici, terapeutici e neopagani, possono esporsi più facilmente all'azione straordinaria del maligno". E' quanto afferma l'Associazione internazionale esorcisti in un commento sul Sir in relazione al caso di Alex Marangon, il barista 25enne di Marcon (Venezia) scomparso il 30 giugno e il cui corpo è stato trovato in un isolotto del fiume Piave. Almeno inizialmente le ipotesi investigative si sono concentrate su un possibile omicidio avvenuto nell'ambito di un rito sciamanico, cui partecipavano due 'curanderi' colombiani. "Lo sciamanesimo è espressione di una società tradizionale arcaica, fondate su precise credenze. L'attuale diffondersi, sempre più in crescendo, di pratiche sciamaniche nel contesto occidentale, compresa l'Italia, è legata in parte al movimento New Age e alla sua appropriazione sincretistica di credenze e pratiche 'religiose', sia dell'Oriente, sia delle culture indigene", spiega l'Associazione esorcisti. "La reinvenzione dello sciamanesimo inoltre è presente in circoli esoterici e occultistici legati al neopaganesimo. Per questo le culture dei nativi che sin dalle origini praticano queste usanze spesso condannano l'uso non corretto e l'abuso dei riti sciamanici definendo 'sciamani di plastica' i pericolosi guru New Age", prosegue. In questa cornice "si inseriscono i curanderos latino-americani, una sorte di versione 'aggiornata' degli sciamani che propinano terapie spirituali, sempre più diffusi anche in Italia. Queste figure propongono anche sui social tisane, infusi, ricavati dall'utilizzo di diverse piante amazzoniche in grado di indurre un effetto visionario e - a detta loro - terapeutico, causando pericolose situazioni allucinatorie e di dipendenza". Il pericolo, "sulla base dell'esperienza di molti sacerdoti che hanno ricevuto dalla Chiesa il mandato di esorcista", è che "quanti si lasciano trascinare in queste pratiche rivisitate" ed entrano "in giri esoterici, terapeutici e neopagani, possono esporsi più facilmente all'azione straordinaria del maligno".

La caduta dall'alto di Alex è incompatibile con le ferite. Gli investigatori dopo il sopralluogo:'Fatto un grosso passo avanti'

Sulla morte di Alex sono aperte ancora tutte le ipotesi, compresa la caduta dall'alto che, tuttavia, l'autopsia svolta dai medici legali Alberto Furlanetto e Antonello Cirnelli, tenderebbe a escludere. Secondo quanto apprende l'ANSA, per considerare valida l'ipotesi del decesso da precipitazione bisognerebbe spiegare in primis perché la vittima non ha lesioni agli arti superiori, agli arti inferiori e al collo, soprattutto dopo aver urtato la testa in caduta così violentemente da provocarne lo sfondamento. Ci sarebbe poi da spiegare perché un corpo che cade da un superficie rialzata, istintivamente non pone le mani in avanti, dal momento che non c'è nessuna lesione sul palmo delle mani e ai polsi. Per avere un quadro ancora più fedele, è fondamentale comunque attendere il risultato delle indagini tossicologiche.

Quanto all'inchiesta, anche ieri i carabinieri del nucleo investigativo di Treviso e della sezione scientifica hanno fatto un sopralluogo all'abbazia, con lo stesso procuratore Marco Martani che ha ribadito che "si tratta di un omicidio, non di una caduta. Quel tipo di lesioni alla testa le riscontriamo solitamente solo negli incidenti stradali". Al termine delle verifiche, gli investigatori hanno dimostrato un cauto ottimismo, riferito probabilmente alle modalità di ricostruzione del luogo in cui la vittima è stata gettata nel Piave: "Abbiamo fatto un grosso passo avanti", le loro parole.


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