13 ottobre 2024
Categoria: Spettacolo - Tags: arisa, sanremo, reality show, televisione, empatia, pubblico, emozioni
Quando Arisa è stata premiata sul palco dell’Ariston, lo scorso sabato notte, non ha manifestato alcuna particolare emozione. Nessun salto di gioia, o lacrime di commozione, ma una serie di ringraziamenti talmente asciutti da suscitare le perplessità degli stessi conduttori e che infine l’hanno portata a giustificarsi con un “Non vi meravigliate, io non mi scompongo.”
Dopo questa scena ho letto in giro, tra social newtork e articoli vari, una serie di critiche su questo atteggiamento, come se fosse impossibile per qualcuno non esternare i suoi sentimenti più istintivi. La cosa poi ha avuto una sorta di seguito: durante “Domenica In”, il giorno dopo la finale di Sanremo, Mara Venier ha mostrato ad Arisa un’intervista della madre, questa volta talmente toccante per la cantante da emozionarla e farla andare via dallo studio in diretta. Anche in questo caso, un sentimento vissuto volutamente lontano dall’occhio indiscreto della telecamera. Anche in questo caso, le critiche, le battute, i tweet, non sono mancati.
Ora, io credo che la televisione abbia deformato l’empatia. Non ci scomponiamo più a vedere gente che sbraita, piange copiosamente, o ancora si insulta o si abbraccia impazzita di felicità. Ci sconvolge chi non reagisce. Ci hanno talmente abituati a riconoscere la veridicità di un fatto dalle reazioni della gente da non credere che, spesso, sono proprio le esternazioni più esagerate a celare l’inganno. Misuriamo il valore di ciò che vediamo dalle emozioni che suscitano negli altri, senza minimamente prendere in considerazione che esiste una buona fetta di persone che preferisce ancora la riservatezza all’esposizione pubblica.
Dopo l’avvento della tivù verità (e logicamente dei reality), non ci siamo più vergognati di apparire arrabbiati, commossi, contenti senza freni anzi, abbiamo fatto dell’esasperazione emotiva la normalità. Così è cominciata la moda degli applausi ai funerali, l’abitudine agli occhi lucidi dei casi umani nei salotti pomeridiani, la previsione sulle grida più forti dei concorrenti vincitori dei quiz, dei talent show, di Miss Italia, dello stesso Sanremo.
Ogni tanto, una falla nel sistema getta il pubblico nel caos provocando scetticismo e incredulità. Ben vengano quindi le non reazioni: ci ricordano che il pubblico può essere ancora stimolato, incuriosito, stupito senza passare necessariamente dalla sua pancia.
Silvia Albrizio
Ha studiato cinema e televisione e ne scrive sulla carta e online. Readymade è il risultato pronto all’uso delle sue riflessioni su questi ed altri media
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Michele Bastanzetti
25/02/2014 - 5:41
CAOS ?
Che "caos", scusi?
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Silvia Albrizio
25/02/2014 - 9:43
È una semplice espressione
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Michele Bastanzetti
25/02/2014 - 13:31
ADORO LE IPERBOLI
PS: adoro le iperboli!
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