Il bagolaro ultracentenario di via Bergamo “non è ridotto così per cause naturali”
“Contrafforti tagliati, per minarne la stabilità, e fori per iniettare sostanze tossiche”
MONTEBELLUNA – I volontari che amministrano la pagina social “Montebelluna per il bagolaro” hanno indagato sulle ragioni che hanno portato alla drastica scelta di abbattere il bagolaro di via Baergamo, un albero ultracentenario carico di significati per la città di Montebelluna. Dal web lanciano così il loro atto d’accusa a chi avrebbe compromesso la pianta, scrivendo in prima persona, come fosse lo stesso bagolaro a raccontare quanto subito. «Alla fine, siamo riusciti ad arrivare alla verità... è stato difficile trovare queste righe che raccontano come io NON sono morto per cause naturali ma perché avvelenato (a più riprese) e reciso nella mia possente stabilità (taglio dei contrafforti). Prove inconfutabili, nessuna scusa ammessa e se qualcuno ha altre giustificazioni me lo faccia sapere».
«I contrafforti sono delle strutture fondamentali per piante poliarchiche come me. I bagolari adulti tendono a fare fusti separati collegati ai contrafforti. Se tagli i contrafforti salta il sistema biomeccanico che fa stare su l'albero, riduci il suo sistema linfatico e apri ferite enormi esposte ad attacchi fungini. L'operazione di taglio dei contrafforti è scientifica e fatta da "chi sa come si deve fare". Molte le persone che mi hanno voluto bene e si sono date da fare per cercare la verità, troppo tardi è vero. Ma sono grato lo stesso per la loro non indifferenza. Ora, la verità è qui, in queste righe, leggete. È il mio ultimo regalo alla mia città».
Ma dalla pagina social fanno un’ulteriore precisazione a chi ipotizza iniezioni “benefiche” contro possibili funghi o patologie dell’albero: «Diranno che i buchi erano per curare la pianta con antiparassitari... Endoterapici. Ma è la bugia del momento per giustificare. Contro i funghi cariogeni non ci sono antiparassitari efficaci e registrati allo scopo. La fitotossicità di quello che è stato iniettato è dimostrato dalle necrosi presenti. Non c'è nessuna ipotesi di scuse sul taglio dei contrafforti... non facciamolo passare sotto traccia. Il danno enorme è stato compiuto con le capitozzature del 2017. Sono state così aperte nuove vie di infezione. Riducendo la capacità fotosintetica della pianta si è ridotta la sua capacità di produrre legno che in qualche modo poteva compensare meccanicamente i danni delle carie comunque presenti. La capitozzatura ha inoltre creato uno squilibrio ormonale micidiale, costringendo la pianta ad una reazione spasmodica di emettere rami da gemme latenti (reiterati traumatici)».
Quanto affermato è quindi corredato di foto puntuali (vedi sotto) che indicano come nel 2017 i contrafforti del bagolaro fossero ancora presenti mentre oggi ne sia privo, per un evidente taglio a opera di una motosega. Ma non basta, le immagini dei fori praticati, dove si notano l’evidente sofferenza della pianta, lasciano poco spazio all’immaginazione, inducendo anche i più profani in materia a pensare che si sia trattato di interventi volti a far penetrare in profondità, nel tronco, sostanze tossiche. Insomma, il bagolaro ora è pericoloso e sofferente perché qualcuno si è adoperato perché ciò accadesse. Purtroppo quanto emerso non cambia lo stato delle cose: l’albero è tragicamente compromesso e questo ne decreterà l’inesorabile taglio.
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