Belgio: contratti regolari per i lavoratori del sesso
Prima legge al mondo a garantire il settore: previdenza e protezioni contro gli abusi
BELGIO - In Belgio passo inedito nel riconoscimento dei diritti dei sex worker, diventando il primo Paese al mondo a garantire per legge contratti di lavoro dipendente a chi opera nel settore. La normativa, entrata in vigore domenica, assicura a lavoratori e lavoratrici, indipendentemente dal genere, accesso alla previdenza sociale, congedi di maternità, giorni di malattia retribuiti e protezione contro licenziamenti ingiustificati.
Oltre alla regolamentazione contrattuale, i datori di lavoro devono rispettare rigidi requisiti per ottenere una licenza, tra cui l’assenza di condanne per reati gravi. Devono inoltre garantire un ambiente sicuro, con dispositivi di allarme in luoghi di lavoro e misure di protezione anche per chi opera in strada.
La legge stabilisce inoltre che i sex worker possano rifiutare clienti, atti specifici o interrompere una prestazione in corso, oltre a svolgere l’attività solo alle loro condizioni. Tuttavia, il contratto è riservato ai maggiorenni e sono escluse prestazioni occasionali o di studenti.
L’iniziativa nasce durante la pandemia, quando il settore, escluso dai risarcimenti del lockdown, ha rivendicato maggiore tutela. Oggi è considerata un modello globale: "Un passo senza precedenti per i diritti dei lavoratori del sesso", ha commentato Human Rights Watch.
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