Bosco Verticale, il Tar boccia il complesso lungo la Restera
Il Comune valtuta il ricorso in appello
| Isabella Loschi |
TREVISO - Il tribunale amministrativo regionale ha dichiarato illegittima l’edificazione del complesso “Cà delle Alzaie”, noto come Bosco Verticale, lungo la Restera. Il Tar del Veneto accogliendo il ricorso della società Mts Immobiliare S.r.l., assistita dagli avvocati Nicola Magaldi e Andrea de Simone, ha “inequivocabilmente accertato che l’edificazione del complesso “Ca delle Alzaie” non poteva prescindere dall’approvazione di un preventivo piano di recupero, come previsto dal vecchio Prg nonché dal vigente Piano degli Interventi al fine di dotare l’area delle necessarie opere di urbanizzazione”, si legge nella nota della società Mts Immobiliare.
Il tar ha riconosciuto, quindi, che "il Bosco Verticale rappresenta un abuso edilizio per totale difformità rispetto alla normativa urbanistica". Inoltre il Tar ha evidenziato che le altezze realizzate sarebbero illegittime per almeno tre piani di edificazione. “I profili evidenziati, inficiando la legittimità dell’intervento e impediscono ol rilascio da parte del Comune dell’agibilità degli edifici”, si legge ancora.
La società Mts Immobiliare già a novembre 2019, si era attivata presso il Comune di Treviso perché venisse disposta l’immediata sospensione dei lavori. Richiesta alla quale il Comune aveva ritenuto di non dare seguito. Ora la pronuncia del Tar prevede che sia il Comune di Treviso ad attivarsi per risolvere la faccenda.
E Cà Sugana, dopo la lunga riunione fra il vicesindaco Andrea De Checchi, l’assessore all’Urbanistica Linda Tassinari, l’avvocatura civica e gli uffici e all’esito di un’attenta analisi della sentenza del Tribunale amministrativo denominate “Bosco Verticale”, sta valutando la possibilità di ricorrere in Consiglio di Stato per la riforma delle suddette sentenze.
“Abbiamo valutato attentamente tutti gli elementi tecnici e ci riserviamo ulteriori approfondimenti su alcuni aspetti delle sentenze”, spiega il vicesindaco De Checchi. “Le questioni giuridiche, processuali e urbanistiche sottese sono particolarmente complesse e, in alcuni punti, controverse tant’è che alcuni elementi sono già oggetto di attenzione da parte del Consiglio di Stato per contenziosi simili che riguardano altri enti. Altri aspetti, invece, sono particolarmente dibattuti in giurisprudenza ed è per questo che può apparire opportuno, in esito a questi ulteriori approfondimenti, un secondo grado di giudizio. Risulta peraltro evidente che l’amministrazione, nelle more del dipanarsi della vicenda giudiziaria, si riserva un’attenta analisi del bilanciamento degli interessi sottesi”.