BUONA DOMENICA: Dal nemico mi guardi Iddio che dal moralista mi guardo io
L'eurodeputato ungherese József Szájer, insieme a colleghi polacchi e alti funzionari, sorpresi in un'orgia a Bruxelles. Il caso vuole che appartengano ai partiti più omofobi d'Europa.
TREVISO - Si è calato dalla grondaia del locale nel centro di Bruxelles dove prima aveva calato braghe e quant’altro. József Szájer, l’eurodeputato ungherese del partito di Orbán, ha tentato di cimentarsi in una candida quando rocambolesca fuoriuscita dalla riunione ad alto livello (orgiastico) alla quale stava partecipando insieme ad altre due dozzine di politici e alti funzionari del Parlamento europeo ma inaspettatamente e bruscamente interrotta da una retata della polizia belga. Che ha sanzionato con 250 euro cadauno i convitati per violazione delle norme anti assembramento.
E che assembramento fosse non c’è stato proprio il modo di dimostrare il contrario. Né mancavano alcol e droga, nemmeno nello zainetto del fuggitivo dove è stata rinvenuta una pasticca di ecstasy. Ma che, a quanto pare, si trovava lì dentro per puro caso: “Non so da dove provenga” - ha messo le mani avanti l’eurodeputato. Le stesse medesime mani con le quali si è fatto piuttosto male. Neanche il tempo di realizzare che la prima non gli era riuscita, che ci ha pensato il suo Capo supremo Viktor Orban ad accontentarlo con la seconda “defenestrazione”, quella definitiva: “Non dimenticheremo né ripudieremo i suoi trent’anni di lavoro, ma le sue azioni sono inaccettabili e indifendibili. Quanto fatto dal nostro parlamentare József Szájer non ha posto tra i valori della nostra famiglia politica”.
Sì perché c’è un dettaglio, non proprio così trascurabile, in tutta questa vicenda. Il parlamentare ungherese, già vicepresidente dell’eurogruppo del Ppe, è tra i fondatori del Fidesz, l’Unione civica ungherese del primo ministro Orban. Un partito sovranista e ultraconservatore, ma soprattutto tremendamente omofobo. Poi, come quando si scoperchia il vaso di Pandora, è uscito dell’altro ma sempre nello stesso filone. L’happening risultava abbastanza assortito di nazionalità pur essendo tutti rigorosamente sovranisti i prendenti parte, a cominciare da più e meno autorevoli esponenti del PiS, che - a dispetto dell’acronimo che potrebbe anche rivelare una nemesi - è il partito sovranista e clericale al governo della Polonia da cinque anni ormai e gemellato, quanto a omofobia, a quello ungherese.
A scanso di equivoci e per la tranquillità di tutti, l’organizzatore di queste riunioni ad altissimo livello, David Manzheley, si è sentito in dovere di precisare: “Organizzo questi festini da un paio d'anni, polacchi e ungheresi sono tra gli ospiti più frequenti. All'ultimo festino c'erano esponenti polacchi, non europarlamentari ma con incarichi importanti al parlamento nazionale o nel governo". Effettivamente un retrogusto amaro (ma soltanto per usare un eufemismo) lo lascia quanto è accaduto. Ha spiegato lo psicoterapeuta Massimo Recalcati su “La Stampa”: “Il rigore implacabile con il quale il moralista vuole colpire il godimento illegittimo degli altri (quello omosessuale in questo caso) è proporzionale alla difficoltà di accettare che quel godimento gli appartenga sebbene non riesca a riconoscerlo pienamente come proprio. Nel moralista si produce una scissione: da una parte il bene, dall’altra il male, da una parte i puri, dall’altra gli impuri”.
Tralasciando il notevole disturbo - probabilmente di ordine “fobico paranoideo” - di József Szájer & C., la questione è: come non continuare a farsi ingannare da quei politici che predicano bene ma poi razzolano male? E ancora: è così improbabile accordarsi per non mandarli al Parlamento e poi al Governo? Anche in Europa, si può. Intanto alcune tradizioni di altri continenti insegnano, ad esempio, che se rubi ti tagliano una mano. Al nostro parallelo invece come minimo ti danno un ministero.
BUONA DOMENICA