BUONA DOMENICA Donne in Ungheria, vietato studiare
Per il regime di Orbàn è un problema contare troppe ragazze all'università: "Poi i nostri uomini chi li sposa più?"
TREVISO - La paura fa novanta. La cultura - nei regimi sovranisti - molto di più. Basta un salto, per credere, nell’Ungheria di Victor Orbán. Un Paese letteralmente terrorizzato, paralizzato: non dal tasso, troppo basso, di ignoranza ma quello, troppo alto, di istruzione. Delle donne: eccola la ciliegina sulla torta.
“L’Ungheria ha individuato un nuovo problema: alle donne piace troppo studiare e questo metterebbe a repentaglio non solo la crescita demografica del Paese ma anche l’economia e, per giunta, discriminerebbe gli uomini.
L’insolita teoria è sostenuta in un rapporto redatto dall’Ufficio dei revisori economici del Parlamento che è considerato molto vicino al premier Viktor Orbán. Gli autori della ricerca, che ha coinvolto 700 tra studenti e genitori, notano che nell’ultimo decennio nelle università ungheresi si sono iscritte più donne che uomini, con una percentuale che quest’autunno si è attestata al 54,5%. Nel frattempo, gli studenti maschi hanno abbandonato le università a un tasso più elevato. Questo vuol dire, sempre secondo lo studio, che un domani l’Ungheria sarà popolata da troppe donne istruite che immancabilmente non troveranno uomini alla loro altezza e quindi non si sposeranno e non faranno figli”. (“Il Corriere della sera”, 28 agosto 2022).
Veramente il mondo gira alla rovescia. Invece di far procedere anche i maschi sulla via della conoscenza, si fa smettere alle donne di camminare: sennò chi di loro sposa più un proprio connazionale? Che, a ben vedere, ha un suo perché è tante qualità sottovalutate. “Ma chiunque abbia visto un ragazzo giocare a calcio sa che gli uomini sono in grado di svolgere compiti con un livello di concentrazione molto alto, si sottolinea. Se le competenze maschili vengono svalutate, è la tesi di fondo, gli studenti perdono la capacità di riparare un rubinetto, aggiustare un computer o montare un mobile”.
Tutta colpa di quella che è già stata definita la “pink education”: maestre e professoresse, quando il troppo stroppia e soprattutto plasma. “Nelle scuole e nelle università il corpo docente è dominato dalle donne che sono l’82%. Un dato che porterebbe, secondo la ricerca, a dare più importanza ai tratti femminili e a considerare le ragazze più diligenti”.
In un Paese normale scoppierebbero a ridere. A queste latitudini non c’è solo da piangere; c’è da avere paura sul serio. La Storia si ripete. Eppure ha insegnato, spiegando e rispiegando cos’è libertà, cos’è democrazia: come si conquistano; come si mantengono, soprattutto. Malgrado questo, accade ancora ciò che ha dell’incredibile. Meditate ragazze, meditate ragazzi (magari quando di studiare passa un po' la voglia): quanto potente è il sapere. Un potente vero, di quelli che non passano e fanno paura.
Buona domenica