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04 ottobre 2024

Treviso

BUONA DOMENICA Date a Cesare quel che è di Cesare

E' l'insegnamento evangelico meno praticato dalle autorità ecclesiastiche. L'intervento scriteriato del Vescovo di Verona Zenti nelle elezioni da cui oggi uscirà il nuovo Sindaco della città scaligera

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Il vescovo di Verona Giuseppe Zenti a gamba tesa entra nella campagna elettorale comunale

TREVISO - Farebbe bene ad autopensionarsi anticipatamente (anche se di poco) mons. Giuseppe Zenti. In quella che probabilmente sarà (ma il condizionale è sfortunatamente d’obbligo) la sua ultima lettera ai fedeli diocesani, il vescovo di Verona ha compiuto decisamente il periplo nel suo viaggio a ritroso nel tempo.

Entrato a gamba tesa nella campagna elettorale, in vista dell’odierno secondo turno per l’elezione del nuovo primo cittadino, quella di Zenti è stata una intromissione grave, inaudibile nell’anno domini 2022. Neanche tra le righe, ma in poche righe, apertis verbis, un invito al voto: “Dovere dei sacerdoti in occasione delle tornate elettorali è far coscienza a se stessi e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia".

Un “influencer” politicamente scorretto (e fortunatamente poco ascoltato) Zenti lo è sempre stato. Nel 2015 si diede da fare per far eleggere una candidata della Lega. Chissà, magari dopo la pensione si spalancheranno le porte di qualche scuola-quadri del Carroccio o del centro-destra. Perché, come ha scritto “La Repubblica” martedì scorso, quella di Sua Eccellenza è stata “una stoccata al centrosinistra, il cui candidato sindaco Damiamo Tommasi, è però un cattolico a ventiquattro carati, padre di sei figli, e fondatore di una scuola intitolata a don Milani”.

Insomma la solita storia del lupo che perde il pelo ma non il vizio. Che ha perso un'altra occasione per restarsene zitto; tra l'altro proprio nel momento del trapasso a miglior vita del suo predecessore, il cappuccino padre Flavio Roberto Carraro: tutta un'altra pasta d'uomo e di pastore, del quale non si ricorda uno scivolone che sia uno. Zenti invece è sembrato sempre alla guida di un ottovolante.

L’effetto boomerang si materializzerà con altissima probabilmente nelle urne oggi e proprio per questo l’intervento è stato “improvvido” e ha nuociuto a tutti: da destra a sinistra e passando per il centro. Soprattutto è stata una conferma, un’altra, che l’appuntamento più atteso dalla Chiesa di Papa Francesco è ancora molto di là da venire: uomini nuovi, riforma della Curia.

Un passo avanti (Zuppi) e uno indietro (Zenti). Forse, su questa faccenda, l’ha detta meglio di tutti un “cattolico adulto” e certamente sempre illuminato come l’ex sindaco di Padova e già senatore della Repubblica, Paolo Giaretta: “Il vescovo di Verona dimostra di non avere prudenza nè coscienza, intervenendo sulla campagna elettorale di Verona con argomenti pretestuosi. Il Comune non fa le leggi in materia di identità sessuale. Forse potrebbe pensare ai valori che rappresenta Damiano Tommasi, sposato da 26 anni (con la stessa compagna) Hanno messo al mondo 6 figli, la coppia ha fondato insieme una scuola paritaria bilingue, dedicata a don Lorenzo Milani. Una bella testimonianza di valori che dovrebbero stare a cuore anche al Vescovo di Verona”.

Buona domenica

 


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Roberto Grigoletto

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