BUONA DOMENICA La scuola della...esclusione
A San Donà cinque alunni di scuola elementare sono rimasti fuori dalla chiesa perché non fanno religione. A Firenze un bambino disabile lasciato a casa dalla gita a causa della carrozzella
TREVISO - Con il peso sulle spalle di ventotto mesi di Covid, la scuola sta per attraccare al porto, concludendo un anno tutto sommato andato via abbastanza liscio sul piano della didattica in presenza. Gli studenti sono persino ripartiti per i viaggi di istruzione. Meglio note come “gite”. All’estero addirittura. Scenari inimmaginabili sul finire dello scorso anno, quando a prefigurarsi erano piuttosto quadri apocalittici.
E stato invece un ritorno al futuro. Alla socialità, soprattutto: ciò di cui maggiormente si aveva bisogno. Tutti, non solo a scuola. Qualche eccezione, a guastare il tutto, non è mancata. Dalle nostre parti, peraltro, nel veneziano. "OggiTreviso" lo ha raccontato, nella pagina del Nordest, il 31 maggio scorso.
“Un fatto avvenuto il 20 maggio scorso, quando due scolaresche, di quarta e quinta elementare, si trovavano in gita con le maestre, una tappa dedicata ai mosaici realizzati da padre Marko Rupnik nel Duomo di San Donà. Quando è stato il momento di accedere all'edificio sacro, è la denuncia fatta dalle mamme di due alunne, agli scolari esentati dall'ora di religione è stato chiesto di attendere fuori della chiesa, mentre i compagni iniziavano la visita ai mosaici. Così i cinque piccoli si sono seduti in attesa sui gradini del Duomo. I bambini non sono rimasti soli; le due classi si sono alternate nella visita, e quindi i 5 scolari hanno atteso in presenza di una maestra. A mia figlia - ha spiegato una mamma - sono state consegnate delle parole crociate come passatempo. La donna ha riferito che la coordinatrice scolastica si è giustificata al telefono sostenendo che i mosaici rappresentano scene di Eucarestia e per questo motivo ha deciso, assieme alle altre maestre, di escludere tutti i bambini che non frequentano l'ora di religione".
La Curia veneziana ha avviato una indagine conoscitiva e non sarebbe così inopportuno se assumesse anche qualche provvedimento di confronti di personale docente un tantino troppo… zelante. Siccome al peggio - come suol dirsi - non c’è mai fine e soprattutto non ci si può far mancare nulla, in una scuola elementare di Firenze, settimana scorsa, è capitato qualcosa ancora di più incredibile: un alunno di quarta, disabile affetto da sindrome fibrosa poliostosica, lasciato a casa dalla gita. Ufficialmente per motivi di trasporto, non essendo l’autobus attrezzato per la carrozzina. Nel 2022, aziende di trasporti, scuola dell’inclusione e Comuni pro abbattimento delle barriere architettoniche possono toccare un punto così alto di spudoratezza, raccontando la storia dell’orso?
Ha commentato Gianluca Nicoletti, su “La Stampa” del 2 giugno: “La gita era stata già rimandata per lo sciopero dei professori, doveva essere rimandata ancora una volta per dare un segnale, la frustrazione di un bambino disabile non può essere il prezzo da pagare perché non sia intaccata la felice routine di un gruppo di altri bambini senza difetti di fabbrica. Quello che veramente mi riesce difficile immaginare è come gli insegnanti avranno spiegato agli altri bambini che Cosimo sarebbe rimasto da solo a scuola, mentre loro partivano tutti assieme in gioia e spensieratezza. Avete semplicemente fatto schifo. Nessuno escluso; insegnanti, rappresentanti di classe, affitta pulmini. Ci metterei persino i genitori che quella mattina hanno fatto salire i loro perfetti figlioli su quel triste convoglio privo di pedana, senza porsi il problema della pessima lezione di vita che quel gesto avrebbe comportato”.
Meglio non avrebbe potuto essere detto. Come dargli torto? Siamo sinceri: è l’accettazione che diventa assuefazione a disumanizzare una società nella quale l’assenza di esempi e di sana indignazione ci condanna alla ineluttabile degenerazione.
Buona domenica