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18 aprile 2024

Vittorio Veneto

Buone notizie: la nonna è cieca (anche per l’Inps)

Sei mesi di ricorsi, carte bollate e visite specialistiche per…far tornare la cecità a Santa (e darle il sussidio di invalidità)

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

Buone notizie: la nonna è cieca (anche per l’Inps)

FREGONA – “Voglio ringraziare il vostro giornale. Se non fosse stato per voi che avete dato eco a questa storia, il buon senso sarebbe stato bandito. Per l’ennesima volta”. Renzo Gava ci chiama per dirci grazie. Grazie a noi, grazie a OggiTreviso, sua mamma, Santa Pizzol (97 anni), è cieca anche per l’Inps. E ora, nella Casa Amica che la ospita a Fregona, può godere di quell’assegno di invalidità che le spetta per legge: 200 euro.

 

Pregresso. Un anno fa (nel febbraio del 2013) siamo entrati nella casa di riposo di Fregona dove da qualche anno risiede Santa Pizzol, un’adorabile nonnina di 97 anni che ha l’occhio sinistro completamente oscurato, ma che - all’occhio destro – ha una visione della realtà pari a un decimo. Renzo Gava (gelataio in Germania) aveva denunciato una situazione grottesca: sua mamma, che era sempre stata considerata invalida per via della vista, lo scorso anno - in seguito a una visita dell’Usl 7 - era stata improvvisamente dichiarata “sana”. E l’azienda le aveva tolto l’assegno di invalidità (poca cosa: circa 200 euro). Renzo Gava però si era infuriato: com’era possibile che la visita fatta all’anziana avesse dato esito positivo? Ci aveva contattato e noi eravamo andati a verificare come e quanto Santa ci vedesse (poco più di nulla).

 

“Dopo il vostro interessamento – spiega Renzo Gava – le cose si erano mosse. Anche il sindaco di Fregona, De Luca, aveva voluto incontrare personalmente mia mamma e farsi carico della faccenda. L’Uls 7, dal canto suo, aveva programmato una nuova visita, ma poi aveva spedito tutto l’incartamento all’Inps di Treviso perché…se la vedessero loro. In quest’ultimo anno, cercando di sostenere la causa di mamma dalla Germania dove lavoro, ho dovuto coinvolgere sindacati e enti deputati alla questione, e finalmente – pochi giorni fa – mi è arrivato il verdetto: mamma Santa, a 97 anni, non ha recuperato improvvisamente quella vista che l’Usl le voleva attribuire, ma è effettivamente da considerarsi cieca, cioè inabile”.

 

L’esito dei molteplici accertamenti a cui Santa ha dovuto sottoporsi le ha quindi consentito – a distanza di un anno – di recepire nuovamente un assegno di invalidità. Che servirà a pagare parzialmente il suo soggiorno nella Casa Amica che la ospita (amorevolmente) da alcun anni. “Prima di arrivare all’epilogo – spiega Renzo Gava – l’odissea burocratica è stata lunga e tumultuosa: a un certo punto mi si chiedeva persino la firma in calce a un documento di mamma. Ho fatto presente che mia madre – essendo cieca – non poteva sottoscrivere nulla, ma in quel caso (mi è stato detto) avrei dovuto andare da un notaio per farmi fare una procura e bla bla bla. Per accelerare i tempi, ho preso la mano di mamma tra le mie le ho fatto firmare la pratica in questione”.

 

L’attualità. Ora Santa Pizzol ha di nuovo il suo assegno di invalidità. Di circa 200 euro, come si è detto. Passa il tempo assistita dagli operatori di Casa Amica e scorge solo ombre. Come le è accaduto da diversi anni a questa parte. Santa ignora di essere stata considerata sana e inabile nel giro di un anno: sorride a chi le si avvicina e allunga una mano verso chi gliela vuole stringere. Che abbia o no un piccolo assegno di invalidità, non è mutata la percezione (parziale, sommaria) del mondo a cui da quasi un secolo Santa appartiene, come una piccola grande donna, che – suo malgrado – ha dovuto rinunciare da tempo…a vederci chiaro.

 


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Emanuela Da Ros

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