Cade e si frattura il femore, i familiari: “Nessuna ambulanza, l’abbiamo dovuta portare noi in ospedale”
Ma l’Usl replica “L’ambulanza l’avrebbe portata a Conegliano invece che a Vittorio, hanno rifiutato il trasporto"
| Claudia Borsoi |

FOLLINA- Cade in casa, si fa male ad una gamba e come suggerito dal medico di famiglia chiamano il 118. «Quando l’ambulanza di Conegliano è arrivata e l’infermiera ha visitato la nostra congiunta che è disabile, ci siamo sentiti dire che l’ambulanza non è un taxi – denuncia un follinese - Così, ci hanno aiutato a caricarla in auto e l’abbiamo portata noi all’ospedale di Vittorio Veneto dove, dopo esser stata visitata dal medico e sottoposta a tutti gli accertamenti del caso, è risultato che ha un femore rotto. Ora verrà operata».
«Le cose non sono andate così – replica l’Usl 2 interpellata sulla vicenda -: una volta che l’infermiera del 118 ha visitato la signora, ha comunicato che sarebbe stata portata al pronto soccorso di Conegliano, ospedale a cui l’ambulanza faceva riferimento. Ma alla famiglia non andava bene: volevano andare all’ospedale di Vittorio Veneto. Pur avendo spiegato loro che non si può scegliere l’ospedale, non hanno compreso. Hanno così rifiutato il trasporto in ambulanza, preferendo andare autonomamente in auto a Vittorio Veneto». L’azienda sanitaria chiarisce e puntualizza che i pazienti, soccorsi dall’ambulanza del 118, non possono decidere in quale ospedale essere accompagnati, bensì devono attenersi a quelle che sono le disposizioni impartite dalla centrale operativa del Suem.