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25 luglio 2024

Vittorio Veneto

LA CARICA DEI 1.500

Parliamo di CAI. Un’associazione che, a Vittorio Veneto, conta. Più soci di tutta la provincia

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VITTORIO VENETO - Ci sono sigle che grazie alla loro storia e alla loro tradizione, hanno avuto nel tempo la capacità di diventare dei sinonimi.

Se per esempio parliamo di passione, conoscenza e metodologia tutte dedicate alla montagna, possiamo tranquillamente riassumere queste cose in una sola sigla: C.A.I. Il Club Alpino Italiano, fondato in Italia nel 1863, è infatti assoluto punto di riferimento per tutti gli appassionati della montagna, appassionati nelle loro varie tipologie, dallo sciatore della domenica fino alle specialità più difficili e professionali.

Nella sede sangiacomese delle ex Filande, abbiamo incontrato la Presidente Mara Baldassin insieme all'istruttore di sci alpinismo Adriano Ruggero Montesel per conoscere meglio il C.A.I. vittoriese e le loro molteplici attività.

Da sinistra verso destra. Adriano Ruggero Montesel, la Presidente Mara Baldassin, Vladimiro Toniello, Marco Tommasella

In che anno nasce ufficialmente la Sezione CAI di Vittorio Veneto? La fondazione del Club Alpino nella nostra città risale all'ormai lontano 1925.

Su quanti tesserati può contare? 1.500 soci, con un trend in leggera crescita.

A livello provinciale? No! Nella sola Vittorio Veneto. Siamo la sezione più numerosa, seguono poi tutte le altre, Conegliano, Pieve, Sacile.

Dicevamo: montagna a 360 gradi, quante sono le vostre attività? Le nostre attività sono diversificate: si va dall' escursionismo allo sci di pista, dallo sci di fondo alla speleologia,dall'alpinismo giovanile a quello di roccia, dal T.A.M.(acronimo di Tutela Ambiente Montano) allo sci alpinismo.

Attività diverse ma unite da un comandamento comune: massima attenzione per la sicurezza di chi pratica e massima tutela dell'ambiente montano... La sicurezza, grazie ad una accurata metodologia e ad una profonda conoscenza, insieme al rispetto ambientale, sono cardini fondamentali per il CAI. Sicurezza e rispetto costruiti su istruttori arrivati a quel ruolo attraverso corsi selettivi e impegnativi, raggruppati in scuole divise a seconda delle specialità, da cui escono pronti e preparati. Ci piace anche sottolineare che tutto questo "know how" viene dispensato dagli istruttori in forma assolutamente gratuita.

In parallelo a tutto questo anche la proprietà del rifugio Semenza? Sì, lo storico rifugio Semenza è dell'associazione, attualmente è stato dato in gestione, e continua ad essere punto di riferimento per l'attività escursionistica in Alpago.

"Salgo per voltare le spalle.." scrive Erry De Luca in un suo libro, il rapporto fra uomo e montagna si perde nella notte dei tempi, nel Salmo 121,1 c'è scritto:" solleverò gli occhi verso le montagne..", si può in poche parole spiegare cos' è la passione per la montagna? Impossibile... non basterebbe un'intera letteratura. Ognuno ha la libertà di viverla come crede, di respirarne aria ed emozioni che sono però estremamente diverse e personali. Una cosa è certa, la montagna dispensa cose come fatica, poca comodità, grandi silenzi, paesaggi mozzafiato, tutte cose non sempre considerate"di moda" dalla frenetica società attuale.

Insomma, se uno dei nostri lettori volesse avvicinarsi al C.A.I. per cominciare a "vivere la montagna" ,qual è la prima cosa che dovrebbe fare? Passare in sede a San Giacomo di Veglia dove potrà trovare in maniera completa ed esaustiva tutte le informazioni necessarie.

Si conclude l'intervista proprio mentre "subiamo" l'incursione del professore Vladimiro Toniello, responsabile "storico" in sezione degli speleologi, soltanto uno degli esempi dell'entusiasmo contagioso che si può respirare in questa associazione.

Paolo Pagotto

 

 



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