Carnelos dà delle “somarelle” a Uliana e Caldart, Braido attacca il personale comunale
Le uscite dei consiglieri infiammano l’aula
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – Prima l’intervento del consigliere Giovanni Braido (gruppo misto) che ha preso di mira la macchina comunale, poi quello del consigliere Graziano Carnelos (Pd) che a suon di rime ha attaccato le consigliere Antonella Caldart e Antonella Uliana. Mentre ieri sera, lunedì, in aula si discuteva il documento programmatico di mandato 2024-29 dell’amministrazione Balliana, a tenere banco oltre ai progetti e ai contenuti del documento, sono stati questi due interventi, condannati a più voci, dalla maggioranza e dalla minoranza.
Giovanni Braido è intervenuto evidenziando come «tutti i sogni che abbiamo sentito (l’illustrazione del documento da parte del sindaco ndr) hanno bisogno di una struttura che il nostro comune non ha. Il comune di Vittorio Veneto non ha personale che conosce, che sa mandare avanti la macchina burocratica, perché ha perso tutti quei dipendenti storici, le memorie storiche di questa città. In dieci anni due terzi degli agenti storici di polizia locale se ne sono andati via: lo sanno tutti, non c’è accordo tra comando e agenti». Braido nel suo intervento ha citato i vari dirigenti comunali che negli anni hanno lasciato il comune di Vittorio Veneto per altri impieghi. Ha poi auspicato una sua diversa visione per il comando di polizia locale. «Non avete un direttore generale, non avete un capo di gabinetto, non avete un segretario come lo avevamo noi che era Lorenzo Traina, un gran segretario anche se qualcuno diceva che era creativo, ma era anche concreto» ha aggiunto.
Al termine dell’intervento il presidente del consiglio Alessandro De Bastiani ha ammonito il consigliere: «Faccio presente al consigliere Braido e a tutti i consiglieri che non è opportuno citare i nomi propri di persone». La prima però a prendere le distanze dalle dichiarazioni di Braido è stata la consigliera Antonella Caldart (La persona al centro): «Mi dissocio da quanto detto dal consigliere Braido nell’offesa implicita alla nostra segretaria e mi scuso per le parole pesanti che non dovrebbero appartenere a questo consesso pubblico». «Braido – è poi intervenuto il consigliere Carnelos – ha usato parole e tono non appropriati e a nome di tutta la maggioranza voglio esprimere la mia solidarietà al personale comunale e al segretario perché non è ammissibile quello che lei ha detto».
Poi Carnelos si è rivolto alle consigliere Uliana e Caldart definite dall’esponente del Pd «ingenerose» per i loro interventi fatti poco prima. «Faccio il consigliere Pasquino, leggo queste rime: Abbiamo udite le nostre care Antonelle, invero consigliere colte e anche belle, ma ahimè stasera un po’ somarelle, ci hanno propinato ricette ingangherate che però nelle urne i vittoriesi hanno sonoramente bocciate…» proseguendo poi nell’orazione del suo scritto. «Le sue battute sono fuori luogo – è prontamente intervenuto, alzandosi in piedi, Gianantonio Da Re (lista Da Re) – perché siamo in un consiglio comunale. Lei ha vinto le elezioni, noi siamo in minoranza. Ma lei non può prendere in giro chi sta facendo il proprio lavoro da consigliere di opposizione. Lei deve avere rispetto, come lo abbiamo avuto noi quando eravamo dall’altra parte». Su questo intervento, ma senza citarlo direttamente, e sulle parole di Braido è anche intervenuto poi l’assessore alla cultura Enrico Padoan: «Credo che in quest’aula dovremmo dare il buon esempio per primi: ho sentito commenti di vario taglio che non mi sono piaciuti, linguaggi sessisti, classisti ed aspetti fisici».
«Inaccettabile, irriverente e irrispettoso. Sessista e di pessimo gusto – ha così commentato Uliana, a margine del consiglio comunale, le parole del consigliere del Pd -. L'intervento beffardo del consigliere Graziano Carnelos in consiglio comunale contro le due consigliere Caldart e Uliana non è stato certo divertente come lui forse sperava. Attaccare in questo modo chi si sta impegnando per fare al meglio il proprio lavoro è vile. E fortemente offensivo! Inconcepibile che il presidente del consiglio Alessandro De Bastiani abbia lasciato fare senza dire una parola».