CAUSA UNA VALANGA E SCAPPA
Un industriale di Conegliano è stato denunciato a piede libero
Conegliano - Ieri un uomo è fuggito dopo aver provocato una valanga a Cortina. Si tratta di un industriale coneglianese G.G., di 46 anni, esperto sciatore e assiduo frequentatore delle piste da sci attrono a Cortina. Intorno a mezzogiorno, facendo un fuoripista da Ra Valles verso Cortina, ha causato una slavina. La frana aveva un fronte di 50 metri, era scesa nel canale per circa 400 metri e aveva una profondità media di 3/4 metri.
Fortunatamente nessuno è stato travolto dal distaccamento di neve. Alcuni testimoni però hanno visto la scena da lontano e, temendo che l'uomo fosse rimasto bloccato sotto la neve, hanno avvertito i soccorsi: sono state mobilitate 60 persone tra soccorso alpino, polizia, guardia di finanza e due elicotteri (del Suem di Pieve di Cadore e di Aiut Alpin Dolomites di Bolzano).
Quando è stato trovato uno sci semidistrutto si è temuto il peggio. Lo sciatore che aveva provocato tutto però si era già allontanato. Una circostanza che i soccorritori hanno realizzato solo dopo ore di ricerche. Intorno alle 15 si è capito che sotto la neve non c'era nessuno e che chi aveva provocato la valanga probabilmente si l'era già data a gambe, senza informare nessuno del pericolo.
Durante le ricerche, rivelatisi del tutto inutili, sono stati gli stessi uomini del soccorso alpino e le forze dell'ordine a rischiare a loro volta: dopol a prima slavina, infatti, altri blocchi di neve si sono staccati rischiando di seppellirli.
Sono quindi iniziate le ricerche dell'uomo in questione, di cui si possedeva uno sci e una descrizione fisica. L'imprenditore di Conegliano dopo la fine dell'emergenza si è presentato all'ufficio di Piè Tofane, il distaccamento del Commissariato di Cortina, spiegando quanto successo: era sceso in fuoripista da un canale partendo da Ra Valles e aveva perso gli sci. Risalendo a piedi aveva causato il distacco, ma era risucito ad allontanarsi. Al Commissariato il 46enne si è giustificato attribuendo il ritardo nella sua ammissione di colpa allo spavento preso.
G.G. dovrà ora rispondere del reato di procurato allarme e della denuncia per aver causato la valanga, reato punibile con la reclusione da un minimo di 5 anni a un massimo di 12.