Chi non vuole i Consigli di Quartiere?
“Non si possono eleggere in concomitanza con le regionali”, dicono in comune. Ma c’è chi smentisce
| Emanuela Da Ros |
VITTORIO VENETO – La domandona è: chi non vuole i Consigli di Quartiere? Anzi: chi non vuole che siano eletti in concomitanza con le Regionali? Anche se si tratta di atti amministrativi, il colore che i (promessi) consigli di quartiere lasciano intorno, dietro e dentro di sé è un bel giallo. Un giallo da risolvere.
Nonostante l’attuale giunta sia andata al governo della città appoggiata da una lista “pro quartieri” e nonostante i “consigli di quartiere” siano stati uno dei cavallucci di battaglia antileghista dell’amministrazione in carica, a cose fatte, cioè a un anno dalle elezioni e dall’insediamento della giunta Tonon-Turchetto, dei consigli di quartiere non c’è manco un’ombra (e non ci riferiamo al gotto di vino).
Chi li ha caldeggiati, nelle scorse settimane sperava nel miracolo–regionali. Cioè ipotizzava che in occasione della consultazione elettorale per eleggere il nuovo governatore del Veneto, anche i consiglieri dei diversi quartieri vittoriesi potessero essere eletti dai cittadini, per compiere quelle semplici funzioni che tutti ritengono possano essere svolte da questi organismi. Invece no. Si va alle regionali snobbandoli.
“L’assessore Napol, ma stranamente non il vicesindaco Turchetto con delega ai Quartieri – spiega il combattivo Michele Bastanzetti (in foto) - continua a sostenere che l’accorpamento tra la elezione dei Consigli di Quartiere e le Regionali sarebbe impraticabile, causa una disposizione della Prefettura di Treviso. Ora per fugare qualsiasi dubbio su tale disposizione ho chiesto al vicesindaco (richiesta già inviatagli tramite servizio informatico “Amministrazione trasparente”) che venga resa pubblico, in modo letterale, quanto comunicato dal Prefetto. Mi suona strano infatti che lo stesso problema, cioè l’accorpamento Quartieri con altre elezioni, si presentò nel 2006 quando vennero designati gli ultimi Consigli di Quartiere poi soppressi dalla giunta Da Re. In quella occasione proprio il Prefetto permise l’accorpamento ( addirittura con un referendum costituzionale ) a condizione che le elezioni si svolgessero con personale diverso e in un locale diverso (ma non in un immobile diverso!) dalle sedi di seggio. E così, negli androni e corridoi delle stesse scuole in cui erano installati i seggi per il referendum, vennero preparati dei banchetti in cui i cittadini poterono tranquillamente eleggere i propri rappresentanti quartierali. Perché dunque, ciò che venne concesso nel 2006 non potrebbe essere valido anche oggi?”
Il quesito di Bastanzetti ieri ha finalmente avuto una risposta. Non da parte del vicesindaco Turchetto, ma da un dirigente dell’Ufficio affari istituzionali del comune.
Cos’ha risposto il funzionario a Bastanzetti? Che non esiste alcuna disposizione del prefetto in merito all’accorpamento o meno dei consigli di quartiere con le elezioni regionali. “Insomma – chiosa Bastanzetti - il re parrebbe proprio nudo. La mancata elezione dei Consigli di Quartiere non dipende da un diniego del Prefetto ma da una scelta politica dell’amministrazione che non vuole ottemperare all’impegno elettorale e programmatico di attivare questi organismi di partecipazione.”
Il mistero continua.