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29 dicembre 2024

Montebelluna

Chirurgia mini invasiva, reparto Montebelluna studiato a livello mondiale

Crea attrazione anche l’esperienza sulla riduzione delle trasfusioni

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

chirurgia

MONTEBELLUNA - “Che degli studi internazionali vedano protagonista la Chirurgia di Montebelluna non può che rendere orgogliosa tutta l’Ulss 2 Marca trevigiana. Del resto aver dato vita a una tradizione in cui gli interventi sono sempre meno invasivi oggi viene ripagata con una attenzione mirata che arriva giustamente anche da oltre confine. Nei nostri ospedali competenza e tecnologia garantiscono le migliori risposte”.

Sono parole di soddisfazione e orgoglio quelle del Direttore Generale dell’Ulss2 Marca trevigiana, Francesco Benazzi circa l’attenzione che arriva da studi e ricerche a livello mondiale, europeo e nazionale che coinvolgono il reparto di Chirurgia di Montebelluna. Tecnologia e capacità hanno quindi permesso una crescita costante nel versante degli interventi a ridotta invasività: gli interventi del reparto nel 2017 sono stati 1590 registrando una crescita nell’ultimo triennio di circa l’8 – 10 % annuo. Il 78 % del totale degli interventi dello scorso anno sono stati effettuati per via mini invasiva, laparoscopica o toracoscopica. 

 

Il reparto di chirurgia di Montebelluna, infatti, è uno tra i 15 centri italiani in grado di offrire ai propri pazienti il trattamento laparoscopico della patologia oncologica dello stomaco. E’, inoltre, tra i pochi in Italia (fa parte del 20% circa dei reparti di chirurgia del Paese) a praticare la chirurgia della patologia colo-rettale per via laparoscopica: “Tale chirurgia viene praticata in regime di dimissione precoce e assenza di dolore, vale a dire rispettando i protocolli Europei dell’ERAS (Enhanced Recovery After Surgery) – aggiunge De Luca - Infine, sempre con approccio mini-invasivo, nello stesso reparto viene praticata chirurgia toracica, epato-bilio-pancreatica, chirurgia delle parete addominale ed urgenze chirurgiche. Tutti i casi clinici riguardanti la patologia oncologica vengono sempre discussi in ambito multidisciplinare con i chirurghi, gli oncologi, i radiologi, gli anatomo-patologi, gli internisti, i medici di medicina generale. Risulta per noi motivo di soddisfazione che l’ospedale di Montebelluna sia stato inserito in uno studio mondiale relativo alla valutazione delle ferite chirurgiche dopo la chirurgia gastro-intestinale e in uno studio della società europea di colon-proctologia relativo al trattamento delle ileostomie dopo intervento di neoplasie del colon-retto. Ora, infine, siamo coinvolti in uno studio della Società Italiana di Chirurgia Endoscopica sulle neoplasie del colon destro”.

 

Sempre per i pazienti oncologici che non riescono ad assumere alimenti la chirurgia di Montebelluna ha messo a punto un intervento chirurgico sperimentale mini-invasivo che consente la nutrizione gastro-intestinale; ad oggi sono stati operati 19 pazienti con tale procedura ed è in corso di pubblicazione su una rivista internazionale di chirurgia il dettaglio dell’intervento. “Infine - tiene a precisare De Luca - l'elevato numero di pazienti che accedono al reparto di chirurgia non ha fatto diminuire l'impegno per l'umanizzazione delle cure, considerata una priorità, da parte di tutte le componenti del reparto: medici, infermieri, personale ausiliario ed amministrativo”. Nello stesso reparto, in una visione universalistica dell’assistenza, quella che sembrava una risposta specifica a determinati pazienti, nello specifico le persone Testimoni di Geova, i quali, come è noto, rifiutano trasfusioni di sangue e derivati anche in casi di severa emorragia dopo un intervento chirurgico, è diventata un’esperienza virtuosa a vantaggio di tutti i pazienti.

 

“Purtroppo in numerose realtà ospedaliere questo rifiuto ha creato non pochi conflitti con i medici, in particolare chirurghi di ogni specialità, i quali si sono sentiti non proprio a loro agio nella gestione di una emorragia con le richieste di questi pazienti – spiega il direttore di Chirurgia Maurizio De Luca - Per tale motivo molti Testimoni di Geova da anni si sono recati presso la chirurgia di Montebelluna per farsi operare. Ovviamente questo ha fatto migliorare nel tempo le tecniche mediche e chirurgiche per poter dare garanzie di bassa o assente emorragia (bloodless surgery) in corso di intervento chirurgico. Garanzie di cui godono vantaggi tutti i nostri pazienti. Ormai anche negli interventi di chirurgia maggiore, come neoplasie polmonari, esofagee, gastriche e coliche, riusciamo in chirurgia a Montebelluna quasi sempre a non trasfondere grazie ad una puntuale valutazione preoperatoria, ad interventi chirurgici mirati e mini invasivi fatti con micro accessi toracoscopici e laparoscopici e grazie infine alla tecnologia che ci offre strumenti ad energia che consentono delle perfette coagulazioni dei tessuti”.  

 



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Matteo Ceron

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