Come prima, più di prima: Veneto presto in arancione
Continua ad aumentare la curva dei contagi nella nostra regione. Per il prof. Manno del CoVeSap è difficile dire quando si potrà raggiungere il picco: "Le misure in atto però non bastano"
TREVISO - Come prima: un anno fa. Più di prima: Omicron a febbraio. Siamo in caduta libera, pur con la rete di protezione della terza dose. Il ricorso a ulteriori misure (lockdown per non vaccinati come in Germania) è questione di settimane, forse anche solo di giorni. Il prof. Maurizio Manno del CoVeSap lo aveva pronosticato, e in tempi non sospetti. Siamo tornati a risentirlo.
E adesso che cosa ha da dirci professore?
Come avevamo previsto, tutti e tre i parametri-chiave (contagi, ricoveri, decessi) stanno aumentando ed è difficile dire quando si potrà raggiungere il picco. Quello che è certo è che i vaccini stanno facendo la differenza, anzi una grande differenza, rispetto alla situazione in cui ci trovavamo l’anno scorso.
Però le cose non migliorano mica, soprattutto qui da noi in Veneto...
I non vaccinati, che in Veneto sono il 13% della popolazione, continuano a riempire le terapie intensive (quasi l’80% dei ricoverati non è vaccinato) e a far girare il virus. E’ evidente che le misure in atto non bastano.
Obbligo vaccinale: che ne dice? Non sarebbe ora di estenderlo a tutti e non solo a medici insegnanti e forze dell'ordine?
Formalmente no, ma nella sostanza sì. Mi spiego meglio: se una diffidenza iniziale nei confronti dei vaccini era, se non giustificata, almeno comprensibile, ora, dati alla mano, non lo è più. I vaccini funzionano, eccome. E gli effetti avversi sono pochi e generalmente lievi. Inoltre, il contenimento dei contagi è tanto più efficace (e meno dannoso per l’economia) quanto più è indirizzato in modo preciso verso i gruppi e i contesti a rischio.
In Germania però sono riusciti ad abbattere di molto la percentuale dei contagi.
La Germania lo ha capito prima di noi ed ora, grazie alle forti restrizioni per i non vaccinati, ha ottenuto un crollo del numero di contagi. Mentre la Gran Bretagna, dove le restrizioni sono molto minori, è la prima in Europa per contagiati, con un numero di contagi da Omicron che raddoppiano ogni due. tre giorni e che a Londra colpiscono una persona su venti. Speriamo che Draghi legga i giornali…
Quindi è merito dei vaccini se ora non siamo in lockdown?
Non solo. L’altra differenza rispetto a un anno fa è, secondo CoVeSap, la maggiore cautela nella gestione della pandemia adottata oggi dall’Amministrazione Regionale. Ad esempio, di fronte al numero crescente di contagi tra i ragazzi e i bambini, la possibilità di chiudere di nuovo le scuole avanzata da Zaia è un’opzione dolorosa ma condivisibile. Forse gli appelli, le lettere e gli esposti di CoVeSap di un anno fa sono serviti a qualcosa…
Professore, quanto dobbiamo temerla questa variante ultima arrivata, Omicron?
I timori sulla variante Omicron, per fortuna, sembrano almeno in parte ridimensionati. La nuova variante (che ormai tanto nuova non è, visto che, in base a quanto registrato dall’istituto superiore di sanità, già costituisce in Italia circa il trenta per cento dei casi) pare non essere più aggressiva delle precedenti, ma solo più contagiosa.
Altre buone notizie, ne abbiamo?
Il fatto che, secondo Pfizer e alcuni studi preliminari, i protocolli vaccinali disponibili sarebbero almeno in parte (circa del 50%) efficaci anche contro la variante Omicron. Purtroppo la protezione vale rispetto alla malattia ma non al contagio e decade dopo solo pochi mesi. Per questo motivo è fondamentale fare il richiamo o booster (terza dose), sperando che gli attuali vaccini siano efficaci anche contro le future varianti. Visto che fintanto che il virus circola vi saranno nuove varianti…
L’Aifa ha approvato i vaccini anche nei bambini ma molti genitori sono incerti; lei che ne pensa?
L’Agenzia Italiana del Farmaco, nell’approvare il vaccino Pfizer per la fascia d’età cinque-undici anni, ha di fatto recepito quanto già approvato dall’EMA (European Medicines Agency) che a sua volta aveva confermato le indicazioni della Fda (Food and Drug Administration) americana, secondo cui i benefici sono superiori ai rischi. Infatti, secondo il "Center for Disease Control" è sì vero che nei vaccinati è stato osservato un certo numero di miocarditi e pericarditi superiore a quello dei non vaccinati (circa cinquantasette casi per ogni milione di vaccinati, dieci volte di più nei maschi che nelle femmine). Tuttavia, se si tiene conto che nei bambini affetti da Covid-19 il rischio di miocardite è molto, molto più alto che in quelli non-Covid-19 (di circa trentasette volte), ne consegue che il vaccino, dal momento che previene il Covid-19 di oltre il 90% , di fatto protegge anche dalla miocardite.
Forse adesso che il virus sta aggredendo soprattutto i più piccoli, vale la pena di persuadersi...
Il ragionamento vale particolarmente ora che il numero di contagiati nei bambini e negli adolescenti sta aumentando in maniera significativa. Non a caso si pensa di chiudere le scuole dopo le feste.