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13 dicembre 2024

"CHE COS'E' LA RICCHEZZA?"

Categoria: Persone -

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Francesca Salvador | commenti | (27)

 

Uscirò di casa fra 10 minuti.

 

Parto per Roma (mi hanno invitata ad assistere ad una sperimentazione clinica attualmente in corso con la collaborazione di professori universitari de La Sapienza).

 

Rientrerò giovedì sera, ma desideravo lasciare un post prima della partenza.

 

Leggendo i contributi dei lettori, all’ultimo post (QUI), vi lascio con una domanda:

 

Che cos’è la ricchezza?

 

Denaro?

 

Materie prime?

 

Beni materiali?

 

Un bimbo di tre anni, crea ricchezza?

 

Il sorriso di tua figlia o tua nipote (la foto l’ho “rubata” dal profilo FB di mia figlia, ritrae lei e la mia nipotina) è una ricchezza?

 

Arrivederci a giovedì notte.

 

Francesca



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Questo mi piace, Francesca. Gli aforismi sono il mio pane (segreto).

"La ricchezza sta nel poter esprimere, ogni giorno, una dose sufficiente d’entusiasmo."

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La ricchezza è il tempo liberato dai bisogni.
Il "tempo liberato" è quello da "spendere" a piacimento, oltre al "tempo occupato" per i bisogni primari (che non sono solo un letto e tre pasti al giorno ma un insieme di "bisogni" che si evolve nel tempo; per esempio al giorno d'oggi vi è compresa la disponibilità di una connessione internet e di un aggeggio per usarla).
La relazione fra "tempo occupato" e "tempo liberato" è l'organizzazione ed efficienza: tanto sono migliori tanto minore è il "tempo occupato" pro-capite per soddisfare i bisogni dell'insieme. La consapevolezza di questa relazione comporta la diminuzione continua dello "spreco" cioè dell'attuale principio su cui si basa l'economia: il consumismo, e quindi la sovrapproduzione, lo spreco di risorse, il "benessere" dei pochi a scapito dei molti, la disuguaglianza, la mancanza di libertà.......

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Un ergastolano è pieno di "tempo liberato" inteso, nella sua definizione, come libero da impegni necessari a soddisfare i bisogni primari; visto che alla sua sussistenza provvede il carceriere. Ma può per questo dirsi "ricco"? Non direi. A meno che nella sua pur terribile situazione non riesca a trovare il minimo vitale di entusiasmo che gli consenta di evitare l' autodistruzione.

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Forse le è sfuggito che il tempo liberato è quello da "spendere a piacimento". Non credo che un carcerato si trovi esattamente in questa situazione.

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Non mi era sfuggito quell’ “a piacimento”! La condizione dell’ ergastolano, che gli permette di gestire il suo “tempo liberato” limitatamente alle possibilità che ha, è simile a quella d’ ognuno, compresi i non ergastolani. Infatti, come sancito dal precedente blog Salvador e dai “Maitre a penser” cimentatisi su di esso, nessuno è mai libero completamente. Siamo tutti schiavi! schiavi cioè “prigionieri” di : denaro, convenzioni sociali, politica, religione, banche, condizioni di nascita eccetera.
Esempio: io vorrei usare “il mio tempo liberato” per fare una passeggiata sulla luna, o per spaparanzarmi nell’harem d’uno sceicco , o per volare come un falco, o per abolire il Senato, o per chiudere domani baracca e burattini e partire per il Tibet… ma non posso certo fare nessuna di queste cose “ a mio piacimento”! se ne deduce che non potrò mai possedere la ricchezza che dice lei. Fortunatamente, applicando invece la formuala che ho suesposto nel commento-aforisma, la ricchezza individuale diventa possibile. Per tutti, compreso l’ergastolano.
Forte, no?

PS: notato come su questo blog, stranamente, non ci sia nessun “mi piace” e nessuno commento oltre i ns.? che poi lei non si sa neanche se esiste… o magari, visto che non si firma, è un ergastolano?

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Caro Michele (mi permetta questo tono confidenziale perché Lei è l'unico, o quasi, con il quale sia interessante interloquire indipendentemente dalle reciproche posizioni spesso distanti), la metafora dell'ergastolano è azzeccata e interessante, però:
siamo d'accordo sulla impossibilità della "totale libertà" ma, credo, possiamo esse d'accordo anche sul cercare di essere il "meno schiavi possibile", quindi non essere "rassegnati" ad una posizione sociale assegnata (anche se non rigida, ma pur sempre limitata).
Quindi l'ergastolano non si accontenta del poco o nullo "tempo liberato" di cui può disporre, ma spera e si adopera per aumentarlo (prescindiamo dalla legittimità o legalità dell'eventuale ottenimento).
D'altra parte sono proprio i suoi esempi di desideri "irrealizzabili" che portano verso l'idea di "ricchezza" che ho espresso; siamo troppo abituati a qualificare qualsiasi cosa, compreso i desideri, attraverso l'etichetta del prezzo anziché in base alla realizzazione di se stessi (ognuno per la propria individualità). Quindi il punto di svolta è scrollarci di dosso quell'abitudine e sforzarsi di ipotizzare e sperimentare un diverso rapporto fra le persone e tra persone e cose. Continuare ad accettare il denaro come misura della ricchezza (o come elemento essenziale per ottenere una qualsiasi composizione del concetto "ricchezza") non è "intelligente", cioè non è applicare l'ingegno umano per migliorare la qualità della vita, è invece accettare una condizione di costrizione per ottenere qualcosa. Ma chi l'ha detto che per ottenere qualcosa dobbiamo per forza soffrire? Non è forse ciò dovuto "semplicemente" ad una "cattiva" organizzazione globale?

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Non mi è chiaro. Si parla di ricchezza, di qualità della vita o di tempo libero? Il termine è usato in senso semantico o semiologico? Con significato connotativo o denotativo? Copio-incollo che è la cosa che nella vita mi viene meglio. Dallo Zingarelli:

ricchezza / rikˈkettsa/
[da ricco ☼ av. 1250]
s. f.
1 condizione di chi ha grande disponibilità di beni materiali, di denaro: la sua ricchezza non è durata molto; sfoggia la sua improvvisa ricchezza | (fig.) abbondanza di doti morali o intellettuali: la sua ricchezza d'animo è nota; ricchezza interiore CONTR. povertà
2 (econ.) ogni bene economico | ricchezza mobile, complesso dei redditi non derivanti da beni immobili
3 complesso di averi, sostanze, beni posseduti da chi è ricco (anche al pl.): ricchezza di dubbie origini; far buon uso della ricchezza; accumulare, sperperare ricchezze; le ricchezze di Creso; né sia chi stimi le ricchezze se non faticose a chi non sa bene usarle (L.B. ALBERTI)
4 (iperb.) ciò che si possiede o bene che appare di gran valore al possessore: quella casetta è tutta la sua ricchezza; sei la nostra ricchezza | caratteristica preziosa, pregio: la ricchezza di quell'artista è la sua voce
5 (est.) complesso dei beni materiali e spirituali che costituiscono le risorse di un luogo, un paese e sim.: una ricchezza dell'Italia è il turismo; la ricchezza dell'Arabia è il petrolio SIN. risorsa

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Come noto lippis et tonsoribus, i blog della Salvador si prestano ad amplissime et arbitrarie scorribande semantico-semiologiche.

E' il paese del Bengodi, per i troll !

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Dopo una lunga analisi ho capito che non avevo capito niente ma tutto sommato sono giunto alla definizione Denisiologica emiopitocritica, seimitica, e seimagica che ora in un momento di apertura vado a condividere; def: la ricchezza altro non è che una combinazione di energia e controllo.
In un piano cartesiano la ricchezza potrebbe essere rappresentata da un vettore che ha una specifica direzione(controllo) e lunghezza(quantità energetica).
Sono giunto a questa interpretazione matematica per tagliar le ali ai bengodi e partendo dal fatto che materialmente i beni sono una ricchezza che ha richiesto il nostro tempo. Il tempo di ogni persona è un mix di energia (mentale, fisica) e controllo.
Ecco che idealmente un oggetto come ad esempio un oggetto d'arte contiene un mix di energia mentale e controllo da parte di chi l'ha eseguito tale che può salire ad un livello straordinario e assumere un valore inestimabile.
Un litro di latte è la somma dell'energia che ci vuole per mungerlo, pastorizzarlo, trasportarlo, confezionarlo per gran parte con il controllo automatizzato che richiede poca necessità umana quindi la ricchezza da spendere per averlo rimane contenuta.
Oppure un litro di benzina, un'energia potenziale per definizione che ad esempio con il controllo elettromeccanico di un motore diventa energia meccanica utile per altri processi e così via, a volte viene sprecata perchè manca il controllo quindi il nostro vettore immaginario chiamato ricchezza è il prodotto di due elementi dei quali uno (il controllo) vale zero quindi E x 0 = 0
Ma la risposta più bella l'ha data Francesca, un nuovo essere umano è un mix di energia potenziale che all'inizio con il controllo dei genitori e in futuro con il proprio autocontrollo (vero Bastanzetti?) sarà la ricchezza propria e della famiglia di origine e potenzialmente del gruppo in cui vive perchè ne rappresenta un elemento energetico (mentale/fisico) per la società. Un elemento che aggiunge in ogni caso energia e controllo alla società.
Opportunamente.

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"Dopo lunga analisi".
Possiamo sapere chi è questo suo Analista? ...visti i risultati...non mi par granché...

La Salvador NON ha dato alcuna propria definizione di ricchezza. Per evitare un simile cimento si è pure trasferita a Roma (dice). Magari s'è chiusa in casa.

PS: Ma lei lo sa cosa costa un litro di latte? a me pare una enormità!

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Analista ? chi ha parlato di analista ?





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definizione di Francesca ? chi ha usato la parola definizione di Francesca ?

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L' importante sign. Bastanzetti è che lei emetta il suo giudizio sulla persona, come ruttino quotidiano, che si senta bene e che poi vada a farsi una camminata così prima di rientrare vada in latteria e chieda quanto costa un litro di latte, e se le sembra troppo si prenda una vacca e ci dedichi il suo tempo, poi ne riparliamo.

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Brevemente da Karl Marx: merce, denaro, ricchezza, capitale.


La merce possiede un doppio valore: d’uso

di scambio (= tempo medio di lavoro umano necessario per la sua produzione)

Non tutto ciò che è utile all’uomo è merce: es. l’aria è utile all’uomo ma non è merce.
Non tutto ciò che è prodotto del lavoro umano è merce: ciò che produciamo per il ns uso, ma che non necessariamente è utile ad altri, non è merce.
È merce soltanto il prodotto del lavoro umano che può essere destinato allo scambio.
Lo scambio di merci può realizzarsi nella sua forma più arcaica (M-M), il baratto, o nella sua forma più evoluta, che attualmente ha pressoché soppiantato la prima in tutto il mondo, attraverso la mediazione di una merce che assolve alla funzione di equivalente universale, il denaro (M-D-M). L’impiego del denaro permette il funzionamento di un’incessante catena di scambi: M-D-M-D-M-D…

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Grazie per aver finalmente diradato ogni dubbio sulla questione.
E poi dicono che i sindacalisti hanno rovinato l'Italia!

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Finalmente, alla luce degli interventi multipli soprariportati con significativo titolo " !#? "
si riesce ad inquadrare il quadro clinico!
Lei non riconosce quello che scrive come pensiero da lei stesso espresso!

Mi sa che "lunga analisi" di cui ci ha parlato nel suo commento delle 09.13 dovrà continuare. Magari con un altro Analista...

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quadro clinico? ma chi crede di essere ?

faccia pure il quadro clinico che le pare ma se lo appenda al collo e prima impari a leggere, io ogni volta che mi trovo a leggere i suoi commentari rimango basito dalla sua incongruenza nel dare giudizi e dalla sua superficialità e disconessione logica nella lettura di quelli altrui, Lei parla di analista io invece ho scritto:

Dopo una lunga analisi ho capito...

e non

Dopo una lunga analisi l' analista mi fa fatto capire...

di nuovo: chi ha parlato di analista? lei o chi ?

chi ha parlato di "definizione" di Francesca? lei o chi ?

mah!





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Guardi che dire "Dopo lunga analisi ho capito" piuttosto che "Dopo lunga analisi l' Analista mi ha fatto capire" non esclude in alcun modo il fatto che lei sia sottoposto ad analisi!

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è vero Francesco Cecchini, è tempo perso perchè è il suo modo di fare.
Non mi resta che mandarlo a fare un pò di analisi logica del testo ma non prima di averlo esortato ad appendere il suo quadro clinico al collo per uscire a passeggiare sui colli passando prima di rientrare in latteria a chiedere quanto costa un litro di latte in modo che qualcuno possa fargli conoscere la vacca più generosa che gli faccia un pò di pet therapy! e magari scoprire il contatto con la ricchezza di saliva sul suo bel faccione assonnato :-))

si scherza Michele !

mica tanto...

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Denisio, perche' perde tempo con Bastanzetti, un clown?

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Guardi che sta perdendo tempo, francescocecchini... c'è da organizzare il prossimo sciopero...

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Nessuna perdita di tempo. Informo solo che non vale perdere tempo con i clowns.

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Non fa il clown, fa perfettamente il troll. Attacca senza motivazione e senza argomenti chiunque metta un commento. E' logico che se uno sta al suo gioco poi viene ripetutamente bastonato.

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Io non bastono, cerco di condurre alla consapevolezza gli erranti!

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Non è detto che la consapevolezza l'abbia solo lei.
Non si è posto la domanda che forse è lei dalla parte del torto?
Rifletta.

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Ci vorrebbe un analista che analizzi l'analisi

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Che caduta di stile, Libero, quel calembour sull' analisi!

Vedo che anche lei, sulla distanza, tende a perder colpi...

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