Conegliano, dimissioni a raffica nel Pd: "L'affare l'ha fatto Chies"
Il commento di Dino Benacchio, ex candidato della lista Noi Democratici
CONEGLIANO - “La crisi del Pd a Conegliano era prevedibile”. Sono le parole di Dino Benacchio, ex candidato della lista Noi Democratici. In pochi giorni il Partito Democratico coneglianese, infatti, ha perso tre pezzi da novanta: Alessandro Bortoluzzi, Carlo Feltre e Laura Rossetto. I tre si sono dimessi a causa dell’appoggio fornito dal Pd a Fabio Chies durante il ballottaggio e a causa dei continui “contatti” avvenuti tra i dem e il sindaco durante la formazione della giunta.
“Solo con un vero accordo alla luce del sole, scritto nero su bianco, il centrosinistra sarebbe potuto entrare nella stanza dei bottoni, portando in dote a Chies la vittoria al ballottaggio e potendo giocare alla pari in giunta e in consiglio, assumendosi la responsabilità di controllare da vicino chi aveva detronizzato solo dieci mesi prima – continua Benacchio -. Sarebbe stato un accordo di alto profilo politico, che gli elettori di sinistra avrebbero capito e accettato”.
Le cose, però, sono andate diversamente. Secondo l’ex candidato, infatti, il Pd si è messo, “col pretesto del dialogo con una forza moderata per arginare una destra sovranista, in una condizione di debolezza e subordinazione. E’ stata un’alleanza poco comprensibile ai più. Se poi gli assessorati promessi si sono rivelati solo un’intenzione - per usare un eufemismo - e le uniche briciole, in cambio di un pacchetto di voti decisivi per il successo di Chies, sono rappresentate dalla carica di presidente del consiglio comunale, carica prestigiosa ma simbolica, non in grado di condizionare politicamente un’amministrazione, allora si spiegano la delusione e i molti mal di pancia che stanno attraversando il Pd”.
“Diciamolo: l’affare l’ha fatto Chies, mentre i democratici si squagliano in nome di un accordo programmatico piuttosto vago e tutto da verificare nel tempo – conclude Benacchio -. Non c’era bisogno di fare appelli per il voto a Chies, buona parte della sinistra lo avrebbe votato comunque”.