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25 aprile 2024

Treviso

CORA' CHIAMA I SINDACI: "MENO CLASSI PICCOLE E PIU' POLI UNICI"

In vista anche un giro di vite sulle certificazioni dei disabili

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

CORA' CHIAMA I SINDACI:

TREVISO – Sfoltire gli edifici scolastici della Marca, compresi quelli storici che sorgono all'interno delle mura di Treviso, e puntare all'individuazione di poli più grandi e funzionali, dove ottimizzare spazi e risorse. Sono queste le linee guida dettate dal provveditore nella riunione con tutti i prèsidi trevigiani che si è tenuta al “Palladio”.

“Il nostro rapporto tra il numero di studenti e il numero di classi è tra i più bassi del Veneto – spiega Giorgio Corà – ma le risorse sono trasferite in base al primo e non al secondo parametro: bisogna rivedere l'organizzazione dei plessi per ridistribuire i finanziamenti”.

Tradotto: attualmente ci sono un sacco di classi che superano appena il limite minimo di ragazzi (il minimo è 15, il massimo 26) e studiando possibili accorpamenti si potrebbero risparmiare un bel po' di soldi attraverso l'ottimizzazione dei servizi e del lavoro del personale Ata.

Ma non c'erano le classi pollaio? Quelle sono più frequenti alle superiori, mentre alle elementari c'è il problema inverso. Insomma, gli oltre 111 mila studenti trevigiani sono distribuiti male. “Liberando le risorse dalle primarie ce ne sarebbero di più a disposizione per gli altri gradi – puntualizza il provveditore – vorrà dire tenere meno plessi? Bene, sentiremo i Comuni per capire cosa si può fare”.

Difficile, comunque, convincere molti sindaci a rinunciare alla propria elementare, soprattutto se sino ad ora hanno fatto di tutto per tenerla in piedi. E così intanto, in vista della chiusura delle iscrizioni per il 2012/2013 fissata per il 20 febbraio, l'ufficio scolastico ha iniziato a suggerire ai prèsidi, davanti al rischio di formare della classi minimal, di mettere in pratica una sorta di moral suasion per convincere le famiglie a iscrivere il proprio figlio in un altro istituto. Tutt'altro che una passeggiata. “Bisogna rendersi conto che qui negli ultimi due anni la media di studenti per classe è sempre scesa – chiude Corà – il trend negativo va fermato: non chiediamo di tagliare ma di razionalizzare”.

Nel frattempo è ormai pronto un giro di vite sul fronte della certificazioni degli studenti disabili. Le tre aziende sanitarie trevigiane, infatti, hanno appena concluso un gruppo di lavoro che ha fissato dei criteri di riferimento validi per tutti, in modo da rendere più omogenee le decisioni delle diversi commissioni mediche. Cosa non da poco, visto che da questi documenti dipende l'assegnazione delle ore di sostegno.

La revisione è stata necessaria perché, a quanto sembra, all'ufficio scolastico provinciale i conti proprio non tornavano. “Ci sono dei territori dove il numero dei ragazzi disabili ha un'incidenza praticamente doppia rispetto al resto della provincia – mettono in chiaro dall'ufficio scolastico provinciale – finalmente le cose si stanno muovendo a un anno dalla nostra richiesta”.

Negli ultimi tempi l'aumento delle certificazioni è stato costante. Sino all'anno scorso, quando a fronte di un incremento della popolazione scolastica di poco superiore all'1,2% (+1.410, da 109.324 a 110.734, ndr) il numero degli alunni con disabilità è aumentato di più del 4,6% (+118, da 2.427 a 2.545, ndr).

Quale il timore? Che a esser “timbrate” spesso non siano state solamente le disabilità, ma pure i disagi sociali. E questo, volenti o nolenti, finisce con il pesare sui bilanci degli istituti. “Adesso – sibilano dal provveditorato – potrà esserci la cancellazione di un certo numero di certificazioni”.

L'idea che le aziende sanitarie stringano la borsa per fare un piacere alla scuola, però, è tenuta a debita distanza dalle Ulss. “E' vero che c'erano della grandi differenze nelle valutazioni – fa il punto Gerardo Favaretto, direttore servizi sociali dell'Ulss di Treviso – ma aver resto i criteri generali più omogenei non rappresenta né un giro di vite né un allargamento delle maglie, ma solo l'aver puntato a un sistema più rigoroso”. Evidentemente ce n'era bisogno.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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