Covid: Mom “fortunata” nessun contagio tra gli autisti
Lo afferma il presidente Giacomo Colladon
TREVISO - Autobus dedicati al trasporto del Coronavirus. Bombe virali ambulanti. Mezzi ad alto tasso infettante. A bordo, fino a questa mattina, ne sono saliti in tanti di studenti e pendolari del lavoro, lì nel luogo del contagio. Perché malgrado riunioni, vertici e conferenze (a quanto pare del tutto inutili, visto il risultato) durante l’estate ultima scorsa, per garantire la ripartenza in sicurezza della scuola, il trasporto pubblico è stata la vera falla nel sistema.
E se da domattina gli studenti delle superiori verranno rispediti a casa, con la didattica a distanza, la ragione è questa: alleggerire i trasporti. Scientificamente il dato risulta pressoché certo: negli autobus ci si infetta, anche all’ottanta per cento di capienza. La domanda è tanto scontata quanto banale: come è stato possibile non pensarlo da subito? A scuola non si arriva – per il momento – con il teletrasporto. Negli edifici scolastici si deve poter mettere piede “sani”, e quindi il come arrivarci non doveva costituire – come di fatto è stato – un corollario.
Ci si è lambiccati su banchi a rotelle e rime buccali; si sono creati autentici percorsi a ostacoli per evitare i contatti all’interno dei plessi, ma al trasporto in sicurezza, e ai relativi finanziamenti, si è pensato poco o nulla. Da domattina si imboccherà invece la via di fuga: restare a casa da scuola, per ora soltanto alle superiori, poi si vedrà.
Sorge spontanea però un’altra domanda? Se nei bus gli studenti viaggiano insieme al Coronavirus e lo contraggono, chi conduce gli uni e l’altro, ovverosia gli autisti: tutti indenni? Immunità del gregge dei guidatori? Abbiamo rivolto la domanda al presidente della Mom, Giacomo Colladon. Immediata la risposta: “Per adesso siamo fortunati, ad oggi non abbiamo nessun contagio”.