Covid: Veneto, 59 decessi in 24 ore e 2.191 contagi
Zaia: “In Veneto a fine marzo possibili 300 casi in intensiva”
VENETO - Numeri del Covid in forte crescita anche oggi in Veneto: i nuovi contagi sono 2.191 e si impenna il dato delle vittime, 59 nelle ultime 24 ore. Lo riferisce il bollettino della Regione. Il totale degli infetti da inizio dell'epidemia sale a 359.247, quello delle vittime a 10.259. Crescita anche nei normali reparti medici sono 1.600 i letti occupati nelle terapie intensive 207 (+4). Aumenta il numero dei soggetti attualmente positivi, 36.442 (+ 729).
"I nostri modelli ci dicono che prima di fine marzo si potrebbero oltrepassare oltre 300 prese in carico nelle terapie intensive. Sembra la replica di marzo dello scorso anno". Lo ha detto il presidente del veneto Luca Zaia: "I nostri modelli di proiezione - ha aggiunto - indicano che fino a fine marzo ci sarà la parte più impegnativa. Speriamo che ci aiuti la buona stagione e la campagna vaccinale, anche quella già fatta".
Quanto al vaccino AstraZeneca: "Per noi AstraZeneca pesa la metà sul totale dei vaccini. Spero che le autorità regolatrici e di controllo, e intendo Ministero e Aifa, pretendano e facciano estrema chiarezza immediata sui casi. A tutt'oggi - ha ribadito - sembra che non vi siano correlazioni tra vaccini e casi. Nel dato veneto, a fronte di migliaia di vaccinazioni non abbiamo avuto segnalazioni di gravi quadri clinici. Avendo vaccinazioni di massa così importanti, statisticamente ci possono essere casi di esordio di patologie e mortalità, che possono essere dissociati, per casualità, ma il magistrato con i suoi tecnici dovrà accertare se c'è o no correlazione. Fondamentale per noi è riavere autorizzate le vaccinazioni".
Il presidente del veneto ha poi sottolineato: "Perdiamo 10 mila vaccinati al giorno. Ieri - ha aggiunto - abbiamo fatto 11.942 vaccini, è una grande performance, ma prima della sospensione eravamo arrivati a 17 mila. Abbiamo dato alle nostre strutture un target di 50 mila vaccinazioni al giorno, la macchina vaccinale programmata impiegherà a regime 1.300 persone per tutto il processo, dall'accoglienza all'iniezione. Se ampliamo ai medici di base sarebbero altri 30 mila vaccini, e aggiungiamo il welfare aziendale. Ma se non abbiamo vaccini ne veniamo fuori troppo tardi".
In Veneto si potrebbe ricorrere ad una nuova strategia contro lo spreco dei vaccini, ha poi spiegato Zaia. Per l'utilizzo di tutte le dosi di vaccino in caso di rinunce: "prende forma l'idea di telefonare a chi sarebbe in lista il giorno dopo, una volta arrivati a fine giornata. C'è anche la soluzione 'on the road', cioè accogliere a fine giornata chi si presenta alla porta. Ma se raggiungiamo con le telefonate quelli del giorno dopo si rispetta il target della campagna vaccinale".
È stato chiuso in Veneto l'accordo per l'utilizzo degli specializzandi medici nella campagna vaccinale. Lo ha riferito l'assessore regionale alla Salute Manuela Lanzarin. L'accordo prevede il ricorso, su base volontaria, degli specializzando dal primo anno in su, fuori dall'orario di formazione, soprattutto il sabato e la domenica e nelle ore serali. "A Padova - ha detto Lanzarin - si calcola possano aderire un migliaio, a Verona circa 350. Secondo l'accordo nazionale avranno un contratto di lavoro autonomo a tempo determinato legato all'emergenza, con compenso pattuito a livello nazionale, di 40 euro all'ora".
Tra le altre categorie di addetti alla vaccinazione il Veneto ha già chiuso l'accordo con i medici di medicina generale, per i pazienti "superfragili" come anziani a casa, diabetici, malati cardiocircolatori. In itinere vi sono poi altri tre protocolli, con odontoiatri, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali interni, già passati a livello nazionale e ora con singoli tavoli per definire modalità e contenuti. Si attende quindi l'accordo nazionale per le farmacie. C'è infine una cabina regia tecnica con le sigle sindacali per le vaccinazioni all'interno delle imprese.