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04 settembre 2024

Politica

Dalla Camera via libera all'Italicum Renzi: "Politica 1 - disfattismo 0"

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

Dalla Camera via libera all'Italicum Renzi:

ROMA - Con 365 sì, 156 no e 40 astenuti su 561 presenti, la Camera ha approvato la riforma della legge elettorale. Il testo passa ora all'esame del Senato.

"Grazie alle deputate e ai deputati. Hanno dimostrato che possiamo davvero cambiare l'Italia. Politica 1 - Disfattismo 0. Questa è #laSvoltabuona", twitta il premier Matteo Renzi subito dopo il via libera all'Italicum.

LA MAGGIORANZA TIENE - Sono, infatti, solo 24 sulla carta i sì mancanti alla somma dei deputati di Pd, FI, Ncd (389) che supportano la nuova legge elettorale. I centristi di Popolari per l'Italia e Scelta civica, come annunciato, si sono astenuti. Spulciando i tabulati d'aula si scopre che nel Pd a non rispondere all'appello del premier, a vario titolo, sono stati in 23: 9 erano in missione (tra cui Rosy Bindi e Francesco Boccia) e 14 assenti. Tra questi ultimi, i lettiani Anna Ascani e Marco Meloni e lo stesso ex premier Enrico Letta. Non hanno votato l'Italicum anche Pippo Civati ("E' un nuovo Porcellum, per questo non ho partecipato al voto", spiegherà poi sul suo blog) e Enza Bruno Bossio. Assenti anche Dario Nardella, ormai in piena corsa per diventare sindaco di Firenze, e Dario Franceschini ancora convalescente.

PROTESTE IN AULA - Durante le dichiarazioni di voto non sono mancate le proteste in aula. I deputati di Sinistra e Libertà, mentre parlava il capogruppo Gennaro Migliore, hanno mostrato la Costituzione per sottolineare i dubbi di costituzionalità sulla riforma. I deputati del M5S, invece, subito dopo l'approvazione dell'Italicum hanno alzato cartelli con i ritratti di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, un cuore rosso al centro e sotto la scritta: 'Profonda sintonia. Condannati all'amore'. "Pregiudicatellum, una riforma elettorale incostituzionale per tanti motivi", ha twittato in seguito Beppe Grillo postando uno dei manifesti mostrati in aula dai cinquestelle.

PD: CON OK AL VIA LE RIFORME - Annunciando il voto a favore del Pd, il capogruppo Roberto Speranza in aula ha detto che "con questo voto, oggi, può partire il percorso delle riforme" delle istituzioni. "La legge elettorale è un primo passo", ha aggiunto Speranza, ma al Senato la riforma si può e si deve migliorare. E sulla questione di genere, ha specificato: "Quello che è avvenuto in quest'aula non è stata una pagina positiva, qui non si tratta di un problema delle deputate del Pd ma di un problema di civiltà del Paese e per il Pd questa sarà una priorità assoluta al Senato e non consentiremo che alcun accordo ci fermi".

BERSANI POLEMICO - "A Renzi potrà apparire strano ma c'è gente che non sa cosa voglia dire 'complotto'. Farebbe bene a ringraziare il gruppo che, nonostante problemi molto seri, ha tenuto. Dovrebbe ringraziare i deputati, che nonostante problemi molto seri e obiezioni hanno votato", ha detto l'ex segretario Pd Pier Luigi Bersani, commentando con i cronisti alla Camera, le parole di Renzi che ha accusato una parte del suo partito di averlo voluto mettere in difficoltà sulla legge elettorale. Bersaniritiene poi che l'Italicum "va migliorato sul fronte del rapporto tra elettori ed eletti. Capisco la necessità di intese, però non credo che Berlusconi debba avere l'ultima parola".

LE NOVITA' DELLA LEGGE - Collegi plurinominali con liste bloccate di pochi candidati, premio di maggioranza con soglia da raggiungere per ottenerlo, ballottaggio e sbarramenti. Questi i punti salienti della nuova legge elettorale approvata oggi dalla Camera e che varrà solo per l'elezione dell'Assemblea di Montecitorio, in vista di un'eventuale riforma del Senato e del sistema bicamerale.

COLLEGI PLURINOMINALI - I seggi vengono attribuiti su base nazionale, con il territorio diviso in circoscrizioni piccole, fino ad un massimo di 120, che assegnano da tre a sei deputati. Previste liste bloccate, con un numero di candidati pari ai posti in palio, in modo che l'elettore possa individuare i potenziali eletti. Gli stessi candidati potranno presentarsi fino ad 8 collegi.

PREMIO DI MAGGIORANZA - Il partito o la coalizione che raggiungono il 37 per cento dei voti ottengono un premio di maggioranza con l'assegnazione di 340 seggi. Se nessuno arriva a questa soglia si procede ad un turno di ballottaggio. In questo caso il premio per il vincitore è di 327 seggi.

SBARRAMENTO - Sono tre le soglie di sbarramento: i partiti che corrono da soli dovranno superare l'8%, quelli coalizzati il 4,5%, mentre le coalizioni dovranno raggiungere il 12%. Qualora una forza politica non superi lo sbarramento, i suoi voti confluiranno comunque su quelli della coalizione alla quale andrà il premio di maggioranza.

PARITA' DI GENERE - Le liste dovranno essere composte per metà da uomini e per metà da donne, non potranno esserci più di due candidati di seguito dello stesso sesso, ma non sono passati gli emendamenti che prevedevano l'alternanza uomo-donna tra candidati è un equilibrio di genere per quanto riguarda i capilista.

 


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