Denatalità e abbandoni scolastici: le sfide degli istituti superiori di Castelfranco
La diminuzione degli studenti può portare a accorpamenti tra istituti. Per l'ex-sindaco Gomierato le istituzioni devono essere a fianco del mondo della scuola.
CASTELFRANCO – Dopo il capoluogo Treviso, Castelfranco ha il polo scolastico più forte della Provincia, con otto istituti scolastici superiori: IPSIA Galilei, ITIS Barsanti, Liceo Giorgione, Istituto Nightingale per il Sociale, Istituto Rosselli, Istituto Martini per Turismo, Commercio e Geometri, Istituto Agrario Sartor e Istituto Alberghiero Maffioli.
Sono oltre 6mila gli studenti superiori coinvolti, numero che purtroppo è destinato a calare nel prossimo futuro, complice una denatalità che da tempo colpisce anche il nostro territorio e che non accenna a fermarsi. Il calo degli studenti mette in serio pericolo anche l’autonomia degli istituti: le nuove normative prevedono l’accorpamento per gli istituti sotto i 900 studenti (rispetto ai 600 finora previsti), quota non raggiunta dagli istituti Galilei, Barsanti e Nightingale. Pericolo che nel prossimo futuro correranno anche gli Istituti comprensivi primo e secondo.
Alla denatalità si aggiunge un altro problema, più strisciante e forse meno appariscente, ma non per questo meno grave: l’abbandono scolastico, reso più drammatico dalle conseguenze della pandemia, con i confinamenti sociali e la didattica a distanza. Sebbene la Provincia di Treviso sia tra le province con il più basso tasso di abbandono scolastico, con 730 studenti in tutto il territorio della Marca, la tendenza è in aumento e non bisogna abbassare la guardia.
Ne è convinta Maria Gomierato, ex-sindaco ma anche ex-insegnante: “I circa 900mila euro che il PNRR destina agli Istituti superiori castellani, possono essere una risorsa decisiva per l’attivazione di progetti contro gli abbandoni e la dispersione scolastica. Attraverso la realizzazione di corsi, laboratori, attività non curricolari per far emergere attitudini e potenzialità sopite. Possono essere ricercate nuove figure professionali oltre agli psicologi che in questo periodo post-pandemia sono particolarmente necessari. Confidiamo che anche le pubbliche amministrazioni siano sensibili e accompagnino i progetti delle scuole concedendo almeno spazi, supporto logistico, facilitazioni burocratiche”.