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08 gennaio 2025

Vittorio Veneto

Crisi del commercio a Vittorio Veneto: la Galleria al Cavallino si svuota

Il comune cerca una soluzione

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

Galleria al Cavallino

VITTORIO VENETO - La centralissima Galleria al Cavallino a Vittorio Veneto (in foto) si è trasformata nel simbolo della crisi del commercio locale. Il 2024 si è chiuso con una serie di serrande abbassate che hanno ulteriormente desertificato questo storico passaggio del centro città.

 

La crisi del commercio di prossimità

 

L'emorragia di attività commerciali ha colpito duramente la galleria negli ultimi mesi. Hanno chiuso i battenti il bar da Genny, il negozio di dischi e fumetti "L'Inferno rock" e, dopo 37 anni di attività, lo storico negozio di giocattoli "L'Aquilone". Anche il KarmaShop, specializzato in artigianato e abbigliamento etnico dal Nepal, si prepara al trasferimento a Cison. I locali che ospitavano Sisley, Benetton e Benetton 0-12 sono stati completamente svuotati.

 

"Il commercio è cambiato", aveva spiegato Angela Zanette dell'Aquilone prima della chiusura, "il centro città si è svuotato, le persone vengono solo per informazioni, fotografano gli articoli e poi acquistano su internet o nei centri commerciali".

 

Le iniziative dell'amministrazione

La sindaca Mirella Balliana ha annunciato l'apertura di un tavolo tecnico di confronto con le categorie interessate del sistema commercio. Tra le proposte allo studio, spicca la riduzione dell'IMU per i proprietari che affittano i loro locali sfitti. "Solo con una condivisione di intenti tra tutti gli interessati si possono proporre interventi efficaci", sottolinea la prima cittadina.

 

Qualche segnale positivo

Non mancano tuttavia alcuni segnali incoraggianti: sul finire del 2024 hanno aperto L'Atelier, con abbigliamento uomo e donna in viale della Vittoria, e la Ferramenta Vittoriese in galleria IV Novembre, occupando spazi precedentemente vuoti.

Le associazioni locali hanno più volte sottolineato come il commercio di prossimità non rappresenti solo un fattore economico ma anche sociale: la sua assenza può alimentare il degrado urbano e compromettere la vivibilità del centro cittadino. L'amministrazione comunale si prepara ora a un confronto con proprietari e operatori per invertire questa preoccupante tendenza.


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Carlo De Bastiani

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