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08 gennaio 2025

Treviso

Messa dei popoli, oltre un migliaio di persone in Duomo

Il vescovo Tomasi ha conferito il mandato missionario a don Giuseppe Danieli, in partenza come “fidei donum” per la diocesi di Roraima, in Brasile

| Isabella Loschi |

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epifania messa dei popoli

TREVISO - Oltre un migliaio di persone hanno gremito la cattedrale di Treviso, ieri mattina, per la solennità dell'Epifania del Signore. Un unico popolo dalle molte lingue, esperienze e colori, come ha ricordato il vescovo, Michele Tomasi, in quella che da molti anni viene vissuta come la “messa dei popoli”. Davvero molti i sacerdoti concelebranti. Presenti anche le autorità, dal sindaco di Treviso, Mario Conte, al presidente del Consiglio comunale, Antonio Dotto, dall'assessora Gloria Tessarollo alla consigliera Antonella Tocchetto, e poi il vicario del Questore, Domenico De Maio, e il viceprefetto aggiunto, Giacomo Toma. Dai canti alle letture, alle preghiere nelle diverse lingue del mondo, la celebrazione è stata animata dalle comunità cattoliche di lingua straniera presenti in diocesi, coordinate dall’ufficio di Pastorale delle migrazioni. Presente anche l’associazione dei Trevisani nel mondo.

Numerosi i riferimenti alla pace e alla convivenza che arricchisce, negli interventi e nelle preghiere. All’inizio della celebrazione, nel suo saluto, don Silvano Perissinotto, neodirettore dell’ufficio ha ricordato che “in quest’anno giubilare, assieme a papa Francesco e a tutta la Chiesa siamo chiamati ad aprire le porte che possono aiutarci a vivere da fratelli e sorelle nel mondo – un mondo dove disgraziatamente ancora troppe sono le guerre e le differenze fra le genti – e anche qui da noi, nel territorio della nostra diocesi e nelle nostre comunità cristiane. Aprire e non chiudere. Aprire, motivati e sorretti dal Vangelo e da quella speranza che non delude, scoprendo i volti di cristiani provenienti da tutto il mondo e che cercano vita, famiglia, lavoro, futuro vivendo qui da noi, celebrando la domenica, giorno del Signore e giorno della comunità. Attraverso questi fratelli e sorelle si aprono poi altre porte, perché ogni comunità è aperta ad altre comunità e realtà, con gioie e anche con fatiche. Con le comunità cattoliche qui riunite, e a nome loro, ringrazio le autorità qui presenti, consapevoli che mantenere le porte aperte è possibile con il contributo e il servizio di ognuno, secondo i compiti affidati, per il bene comune e nel rispetto dei diritti e dei doveri di ciascuno”.

All’interno della celebrazione il vescovo ha affidato il mandato missionario a don Giuseppe Danieli, in partenza per la diocesi di Roraima (Brasile), dove operava don Edy Savietto, mancato improvvisamente un anno fa. E proprio don Giuseppe ha proclamato il Vangelo in portoghese. Riflettendo sui doni preziosi e simbolici - oro, incenso e mirra - portati al Bambino Gesù dai saggi venuti dal lontano oriente, il Vescovo ha ricordato i passi della Scrittura in cui sono menzionati. Echeggiando le parole del profeta Isaia, una invocazione forte per la pace e la fraternità: “Alziamo gli occhi intorno e guardiamo la profezia della pace, guardiamo i figli e le figlie vicini e lontani, e tutti fratelli e sorelle. Siamo profezia, siamo presente di pace, siamo compito per il futuro, siamo dono gratuito, suscitato dal dono infinito dell’amore di Dio Padre in Cristo Gesù Signore”.
Dopo gli abbracci, le foto e gli auguri, la festa si è spostata all’oratorio della parrocchia di Silea.


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