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16 agosto 2024

Treviso

DEVE PAGARSI LE CURE: 5.800 EURO AL MESE PER IL FARMACO SALVA-VITA

Malato di tumore rischia di doversi pagare le cure

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

DEVE PAGARSI LE CURE: 5.800 EURO AL MESE PER IL FARMACO SALVA-VITA

TREVISO – E' possibile che un malato di tumore sia costretto a pagarsi le cure? Sembra proprio di sì. Il caso, delicatissimo, è emerso nei giorni scorsi al Ca' Foncello.

Qui in un paziente oncologico è stato riscontrato un abbassamento della concentrazione di sodio nel sangue (sindrome Siadh), fatto strettamente correlato alle neoplasie, che a livelli estremi può aggravarsi tanto da portare addirittura al coma.

Meglio correre subito ai ripari, dunque. Come? Attraverso l'assunzione di un farmaco ad hoc. Se esiste una soluzione, insomma, qual è il problema? Il problema è che il farmaco in questione, il “Tolvaptan”, non rientra nel finanziamento del fondo sanitario nazionale, ma è nella cosiddetta “fascia C” e, quindi, dev'essere interamente pagato dal paziente.

La salute, si sa, non conosce costi. Ma in questo caso il prezzo è ben stampigliato sulla scatola del medicinale: una confezione costa poco meno di 2 mila euro e per un trattamento di un mese la persona colpita da tumore dovrebbe sborsare oltre 5.800 euro. Cifre folli per normali cittadini.

“Possiamo erogare solamente i farmaci a carico del servizio nazionale, gli altri purtroppo bisogna pagarli – allarga le braccia il direttore sanitario dell'Usl di Treviso, Pier Paolo Faronato – se il medicinale non è inserito tra quelli di “fascia A” non possiamo farci niente perché qui si ferma la nostra potestà”. E inizia quella della Regione che, dal canto suo, ha già notato che c'è qualcosa che non va.

“E' necessario richiedere i motivi per cui non è stato trovato un accordo con l'Agenzia italiana del farmaco per la rimborsabilità – ha messo in chiaro a metà dell'anno scorso la Commissione tecnica organizzata a Venezia proprio per seguire l'aggiornamento delle fasce dei medicinali – prima di valutarne l'inserimento (nel Prontuario, ndr) si deve richiedere alla ditta ulteriori chiarimenti circa il mancato accordo e l'elevato costo del farmaco”.

Al Ca' Foncello ora si augurano che tutto possa essere fatto in fretta. “E' impossibile pensare che un paziente in certe condizioni si costretto a sborsare 6 mila euro al mese, lo capirebbe anche un imbecille – conclude il braccio destro del direttore generale, Claudio Dario – per quanto riguarda il caso specifico dopo aver prospettato all'ammalato questa possibilità adesso stiamo valutando se ci sono strade percorribili per riuscire a prescrivere e a somministrare comunque il farmaco. Certo speriamo che la Regione faccia presto”.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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