Donna denuncia ex marito, indagini della procura di Treviso
Approfondimenti per un'eventuale misura cautelare
| Ansa |
TREVISO - La Procura della Repubblica di Treviso ha disposto ulteriori accertamenti per decidere se chiedere o meno la misura cautelare in seguito alla denuncia di una donna nei confronti dell'ex marito per maltrattamenti e stalking, chiedendo che all'uomo venga applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento con l'applicazione del braccialetto elettronico. La vicenda ha avuto un'eco dopo che un quotidiano locale aveva riferito che la denuncia era "caduta nel vuoto" in quanto "il pubblico ministero che segue il caso era in ferie" e che "il pm di turno non poteva fare le misure cautelari".
La Procura trevigiana precisa, tra l'altro, che il magistrato aveva delegato i carabinieri a svolgere indagini per accertare se vi fosse la sussistenza di gravi indizi e di esigenze cautelari. Nel caso di violenza di genere, rileva la Procura, il pm non ha l'obbligo di disporre o richiedere misura cautelari sulla base della sola querela, ma che una prima decisione sulla necessità di chiedere misure va presa entro 30 giorni dall'iscrizione della notizia nel registro. Inoltre, se il pm titolare dell'indagine è assente, il magistrato di turno ha l'autorità di trattare tutti i casi urgenti, sia completamente nuovi, sia che si tratti di sviluppi di procedimenti già aperti ed assegnati a colleghi non in servizio. Peraltro, aggiunge la procura, il pm assegnatario della querela ha ritenuto necessario procedere a indagini prima di prendere una decisione cautelare.
L'istanza presentata del difensore della donna per sollecitare il provvedimento di divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico è stata presa in carico dal magistrato di turno, il quale si è consultato con il collega titolare del fascicolo, ed ha ritenuto che il nuovo episodio riferito dalla querelante non fosse di gravità tale da modificare il quadro indiziario complessivo in modo da imporre l'immediata richiesta di una misura cautelare. In conclusione, la Procura di Treviso sottolinea che la mancata richiesta di misure cautelari non è dovuta ad una sorta di paralisi feriale dell'ufficio, ma a una valutazione compiuta dai magistrati, che hanno ritenuto di approfondire le indagini prima di prendere qualsiasi decisione sulla libertà dell'indagato.
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